Michael Douglas e il figlio condannato per droga: “Come genitore ho sbagliato”

Michael Douglas esce dal tribunale dopo la sentenza

Se sei un giudice e l’imputato che hai di fronte si chiama Cameron Douglas, figlio e nipote di due attori come Michael e Kirk Douglas, non deve essere semplice essere imparziale. Se poi aggiungiamo che prima del fatidico verdetto ti arrivano le accorate missive del celebre papà dell’imputato, della matrigna, altrettanto nota, Catherine Zeta-Jones e di altri 37 membri del folto clan dei Douglas, intenerirsi sarebbe quasi umano. Così, infatti, l’imputato Cameron, 31 anni, arrestato nel luglio 2009 mentre spacciava eroina e metanfetamine fuori da un locale di New York, passerà in cella “solo” 5 anni, contro i 10 solitamente comminati per questo tipo di reato. Immediate le proteste in tutti gli Stati Uniti: “giustizia a due corsie”, titolano i quotidiani.

Ma a fare notizia, più che il sostanzioso sconto di pena, è stata la lettera di papà Micheal, che, a sorpresa, si è assunto molte responsabilità per la condotta del figlio. Al magistrato ha scritto di non essere stato un genitore presente e di non averlo quindi educato nel modo giusto. “Io conosco bene il dilemma di dover trovare la propria identità quando hai un genitore famoso, ma sono convinto che mio figlio trarrà un insegnamento da questa avversità e sarà un cittadino migliore”. Anche la Zeta Jones ha indirizzato una lettera al giudice, spiegando che “Cameron è un essere umano generoso, rispettoso e meritevole”

“Cameron Douglas non è una vittima come il suo entourage vorrebbe farci credere”. Con queste parole il giudice sembrava voler dimostrare una certa intransigenza verso l’imputato. Ma poi, al momento della sentenza, la sorpresa: 5 anni la tiepida condanna. Michael Douglas, presente in aula con la madre del ragazzo Diandra, è scoppiato a piangere. “E’ la tua ultima chance” è stato il commento del giudice al ragazzo. Come dire che la prossima volta non basteranno le lettere accorate di papà.

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Elisa D'Alto