Il governo cileno chiede aiuto alla Nasa per soccorrere i 33 minatori imprigionati sottoterra a San Josè e dal quartier generale di Houston la risposta arriva nel giro di poche ore: “Siamo pronti a dare il sostegno richiesto. Abbiamo ricevuto la richiesta da Santiago del Cile – spiega il portavoce della Nasa John Yembrick – e stiamo preparando alcune ipotesi concrete da sottoporre alle autorità”.
I 33 minatori si trovano dal 5 agosto intrappolati al buio a 32,2 gradi di temperatura in un’area spaziosa quanto un salotto di grandi dimensioni, disponendo di cibo e acqua in quantità limitate con la prospettiva di rimanervi fino a fine anno. Da qui l’ipotesi, fanno sapere da Houston, che la Nasa suggerisca alcune forme di “sostegno psicologico” facendo leva su due metodi.
L’interazione fra i minatori e i contatti con le rispettive famiglie in superficie. “La Nasa conosce molto bene questo tipo di situazioni – spiega Ray Hays, docente di Scienze del comportamento al Baylor College of Medicine del Texas – perché prepara gli astronauti a lunghi periodi in solitudine in vista di missioni come quelle a bordo della Stazione spaziale orbitante, dove possono restare fino a sei mesi ininterrotti in un ambiente molto ristretto”.