Mitragliatrice robot, nuova frontiera del terrorismo? Il Mossad l'ha usata in Iran contro lo scienziato (Foto Ansa)
Lo scienziato iraniano Mohsen Fakhrizadeh forse è stato ucciso da una mitragliatrice robot. Un’arma potentissima che si può azionare con un semplice telecomando. Dietro a questo omicidio ci sarebbe, tra gli altri il Mossad. Sono giorni infatti che l’Iran accusa Israele per l’omicidio.
Se fosse vero, sarebbero preoccupanti gli sviluppi futuri di una simile tecnologia. Oggi, infatti, potrebbero averla usata i servizi segreti. Ma domani…potrebbe toccare ai terroristi. Pensate che vantaggio: fare una strage senza bisogno di kamikaze. Senza bisogno di sopralluoghi, basi logistiche, complici in loco. Tutto azionabile attraverso un drone. Basta un telecomando.
Per questo la notizia dello scienziato iraniano non va letta solo nell’ottica di una guerra geopolitica in atto (non da oggi) in Medio Oriente. Quanto ai potenziali pericoli che potrebbero derivare se tecnologie oggi sofisticatissime diventassero alla portata di tutti.
Potrebbe essere stata una mitragliatrice montata su un furgone e controllata da remoto ad aver sparato contro l’auto dello scienziato iraniano Mohsen Fakhrizadeh. L’omicidio è avvenuto venerdì 27 novembre alla periferia di Teheran.
Questa almeno è una delle ipotesi che circolano in queste ore sui giornali iraniani. Dove si cerca di chiarire un attentato che le autorità iraniane hanno attribuito a Israele. Ma la cui dinamica resta avvolta nel mistero.
L’attacco compiuto da un robot telecomandato, suggerito in una ricostruzione dell’agenzia Fars, vicina ai Pasdaran, potrebbe giustificare la mancata cattura dei killer. O almeno il mancato ritrovamento dei loro corpi. Secondo un’altra versione diffusa dalla stessa Fars nelle ore successive all’agguato, citando alcuni testimoni, ci sarebbero al contrario stati almeno tre attentatori colpiti. Dei quali però non si hanno più notizie.
Del resto la precisione dei colpi esplosi sembra rendere improbabile l’ipotesi di un attacco comandato a distanza. Visto che il veicolo armato, che poi sarebbe esploso, era a circa 150 metri dall’auto dello scienziato.
Altre versioni parlano invece di un commando molto numeroso, composto da almeno 12 killer, coadiuvati da altre 50 persone nella preparazione logistica dell’attentato, in cui sarebbero state colpite anche 4 guardie del corpo di Fakhrizadeh. L’Iran ha fatto sapere che renderà pubblica la versione ufficiale “al momento opportuno”.
Lo scienziato nucleare iraniano Mohsen Fakhrizadeh è morto in una “complessa operazione”. Con “stile e metodo completamente nuovi”, gestita da Israele e dal gruppo armato di opposizione in esilio dei Mojaheddin del Popolo (Mek).
Lo ha dichiarato alla tv statale di Teheran il contrammiraglio Ali Shamkani, segretario del Consiglio supremo di sicurezza nazionale. “L’operazione è stata molto complessa, usando equipaggiamenti elettronici e nessuno era presente sulla scena” del crimine, in cui sono “certamente” coinvolti il Mek e “il regime sionista e il Mossad“. (Fonte Ansa)