

MOCOA – Anche due italiani forse tra le vittime di Mocoa, la zona della Colombia colpita dalla valanga di fango che ha causato in tutto almeno 250 vittime: “Secondo le prime informazioni in nostro possesso ci sono quattro o cinque stranieri, tra i quali due italiani e due israeliani, che si trovavano nella zona di Mocoa colpita dalla valanga di fango, che non hanno ancora dato loro notizie alle rispettive famiglie”. A parlare, contattato dall’Ansa, è Cesar Uruena, responsabile delle operazioni di soccorso della Croce Rossa colombiana. “Il personale della Croce Rossa sta perlustrando tutta l’area devastata dalla frana alla ricerca dei dispersi e proseguirà anche nelle prossime ore”.
Sessantadue i minori hanno perso la vita nella gigantesca valanga: a renderlo noto sono fonti di Bogotà . ”Dei 62 minori deceduti 34 sono stati identificati”, sottolineano i media locali riprendendo dati resi noti dall’Istituto colombiano per il benessere familiare. Secondo fonti non ufficiali le vittime della valanga sono oltre 250.
Cadaveri, lacrime e distruzione. In Colombia è corsa contro il tempo nel disperato tentativo di salvare il maggior numero di persone a quasi 48 ore dall’enorme valanga di fango, acqua e detriti che ha travolto la cittadina di Mocoa causando almeno 250 morti. I feriti sono oltre 400, stando alle forze di sicurezza locali, citate dalla Bbc, mentre i dispersi sarebbero 200. Ma non si esclude che il bilancio possa continuare drammaticamente a salire. Una tragedia che ha “profondamente addolorato” il Papa. “Prego per le vittime, assicuro la mia e vostra vicinanza a quanti piangono la scomparsa dei propri cari e ringrazio tutti coloro che si stanno adoperando per prestare soccorso”, ha detto il Pontefice all’Angelus.
Si scava tra pile di sassi e assi di legno che hanno sotterrato le case, con le vittime sorprese nel sonno. Le strade sono coperte da una spessa fanghiglia di sabbia e alberi, trasportata dai fiumi straripati per le forti piogge ed il maltempo dei giorni scorsi. Scarseggia l’acqua potabile, e manca la corrente elettrica. Le autorità e gli abitanti della cittadina di 40mila persone – stretta tra le alture del sudovest del Paese – hanno trascorso la notte nelle tende, o in rifugi di fortuna dopo che la valanga ha raso al suolo le loro abitazioni. Eduardo Vargas, 29 anni, ha raccontato all’Ap che stava dormendo con la moglie e il figlio di sette mesi, quando è stato sorpreso dalla violenza della natura. Svegliato dai vicini che suonavano alla sua porta, non si è perso d’animo: ha preso in mano la situazione e condotto la sua famiglia in cima ad una collinetta, mentre intorno a loro echeggiavano le urla di panico dei sopravvissuti. “Siamo stati colti di sorpresa”, ha detto, raccontando di aver trovato riparo insieme ad una ventina di altre persone e di avere visto dall’alto delle immagini spettrali. Alle prime luci dell’alba è tornato indietro sui suoi passi, ma della sua casa non c’era più niente. “Grazie a Dio almeno siamo vivi”, ha aggiunto.
Il presidente colombiano Juan Manuel Santos, giunto ieri sul luogo del disastro, ha proclamato lo stato di calamità , mentre il procuratore generale Nestor Humberto Martinez ha annunciato di aver aperto un’inchiesta. L’istituto di medicina legale ha invece inviato 15 esperti per identificare i cadaveri ed eseguire le autopsie. La tragedia che si è abbattuta su Mocoa è tra i disastri più gravi nella storia della Colombia, scrive El Pais. Nel maggio del 2015 un’altra valanga aveva lasciato il segno a Salgar, nel dipartimento di Antioquia, con un bilancio di 104 morti.







