CANADA, MONTREAL – A 25 giorni dall’inizio dei Mondiali di calcio in Brasile, la Fifa ha messo in guardia i giocatori e le federazioni nazionali riguardo al consumo di carne contaminata con il clenbuterolo, sostanza rilevata in Messico e in altri 6 o 7 Paesi dell’America latina. E’ stato Jiri Dvorak, capo del settore medico della Fifa in occasione di un convegno dell’Agenzia mondiale antidpoing a Montreal, a sollevare la questione.
Dvorak non ha fatto il nome dei Paesi direttamente interessati dalla commercializzazione della carne infetta, nè se le nazionali di questi Paesi sono fra quelle partecipanti al mondiale. Anche se da precedenti rapporti e verifiche sembra che le nazioni maggiormente interessate alla questione vi siano in particolare il Messico e la Cina.
Il clenbuterolo è una sostanza vietata, ma viene utilizzata, anche nel settore veterinario, per aumentare la massa muscolare e ridurre i grassi. Nonostante sia vietato, il clenbuterolo viene somministrato in alcuni allevamenti e così finisce per entrare nella catena alimentare umana, trasformandosi di fatto, oltre che in un prodotto pericoloso per la salute, anche in doping.
In passato sono già stati rilevati casi di doping dovuti al clenbuterolo: nel 2011 ai mondiali di calcio under 17 in Messico, più di un centinaio di giocatori risultarono positivi all’antidoping a causa di quella sostanza, assunta evidentemente attraverso la carne contaminata. Ad aprile il ciclista australiano Michael Rogers fu colpito dalle sanzioni dell’Unione ciclistica internazionale (Uci), dopo che fu trovato positivo al clenbuterolo.
Il tre volte campione del mondo a cronometro si era difeso proprio invocando l’uso di carne contaminata e non il ricorso al doping vero e proprio. Nel 2010 il clenbuterolo era stato trovato in occasione di un test, al Tour de France, sul campione spagnolo Alberto Contador.