
ULAN BATOR – Il trasformismo non è un pubblico vizio esclusivamente italiano. Un gruppo neo-nazista mongolo si è recentemente convertito a posizioni ecologiche, proponendosi di combattere l’inquinamento delle miniere possedute da stranieri.
Una bianca svastica campeggia sulle uniformi nere, simili a quelle delle SS, dei membri del Tsaagan Khass (in mongolo “bianca svastica”). Attualmente solo 100 persone, o giù di lì, appartengono al movimento ma questo è solo uno tra i molti che in Mongolia stanno unendo, in una prospettiva politica, nazionalismo e gestione delle risorse.
Il capo del movimento, Ariunbold Altankhuum, 40 anni, in un’intervista accordata alla Reuters afferma: «Prima lavoravamo in un modo brutale, spaccando le porte per esempio. Oggi, siamo cambiati ed usiamo altri approcci, come le manifestazioni». I membri del gruppo pattugliano i terreni delle miniere, chiedendo ai lavoratori i documenti di lavoro oppure raccogliendo campioni di suolo per studiarne la contaminazione. «Oggi – spiega Altankhuum – il nostro obbiettivo è salvare la natura. Quello che facciamo è proteggere l’ambiente. Lo sviluppo delle miniere sta continuando e sta diventando un problema».
Le nuove ed ecologiche credenziali della Svastica Bianca non fanno però dimenticare – e come potrebbero? – agli osservatori le uniformi SS e la devozione per Adolf Hitler. Secondo l’analisi di Altankhuum, il gruppo agisce perché «quello che succede in Mongolia assomiglia al 1939 e Hitler ha trasformato la Germania in un paese potente».
Il gruppo Bianca Svastica sfrutta le preoccupazioni della popolazione di fronte alle numerose ditte straniere che estraggono oro, rame, carbone e ferro dal ricco suolo mongolo. Una parte importante della manodopera di queste ditte è costituita da forza lavoro economica proveniente dalla Cina o dal Sud-Est asiatico. I mongoli temono che le ditte straniere sfruttino la ricchezza nazionale mentre i lavoratori cinesi e dell’Asia sudorientale sottraggano il poco lavoro.
Le estrazioni minerarie rappresentano il 90% delle esportazioni della Mongolia, un paese di soli 3 milioni di abitanti, circondato da due giganti come la Russia e Cina. La scarsa redistribuzione della ricchezza legata alle estrazioni minerarie, inoltre, favorisce inoltre il permanere o lo svilupparsi delle iniquità sociali. Secondo la Banca asiatica di Sviluppo, circa il 30% dei Mongoli vivono sotto la soglia della povertà.