SANTO DOMINGO – Anna Frank cristiana: è quello che vorrebbero i membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi dell’Ultimo Giorno che, secondo quanto ha detto la ricercatrice americana Helen Radkey, ex membro della Chiesa, avrebbero battezzato la ragazzina morta nel campo di concentramento di Bergen Belsen nel 1945, a 15 anni.
Il rito sarebbe avvenuto in un tempio mormone della Repubblica Dominicana, dove Annelies Marie “Anne” Frank sarebbe stata battezzata “per procura”. Secondo Radkey i Mormoni avrebbero provato l’impresa più volte sin dal 1989. Ma solo questa, sostiene sempre Radkey, è la prima volta che il nome di Anna Frank viene trovato in un database, aperto solo ai Mormoni, che può essere usato sia per la genealogia sia per proporre il nome di una persona deceduta ad un battesimo su procura.
La Chiesa Mormone non è nuova ai battesimi postumi. In questo modo accresce il numero dei propri membri. Questa consuetudine viene applicata spesso su richiesta dei fedeli che vogliono che i loro cari morti prima di convertirsi si possano un domani “ricongiungere” con loro.
Tra i battezzati postumi ci sono i genitori di Simon Wiesenthal, sopravvissuto all’Olocausto che dedicò la vita a dare la caccia ai nazisti. Lo stesso destino stava per toccare a tre parenti di un altro “salvato” della Shoah, Elie Wiesel. E addirittura, secondo la testimonianza della ricercatrice Radkey, ex mormone, anche la madre di Barack Obama, Stanley Ann Dunham. Tutti gesti che hanno suscitato molte critiche, ma che sono anche in aperta violazione dell’accordo stipulato nel 1995 tra la comunità ebraica americana e la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.