La rivista scientifica Lancet, nel primo numero del 2010, ha pubblicato un articolo sul numero di persone che ogni anno sono morse da un serpente.
I dati sono molto eloquenti: sono ben 5 milioni e mezzo infatti le persone che ogni anno, nel mondo, vengono morse da questi rettili, con un numero di morti che si aggira tra i 20 mila e i 125 mila e un numero di amputazioni pari a circa 400 mila.
Nell’anno appena passato a muoversi verso una maggiore riconsiderazione della pericolosità di questa specie è stata anche l’Organizzazione mondiale della sanità, che ha riconosciuto per la prima volta il morso dei serpenti come una delle patologie tropicali dimenticate.
«È certamente molto utile che l’Oms sottolinei la pericolosità dei morsi di serpente», ha commentato Enrico Alleva, etologo dell’Istituto superiore di sanità. «Lo è innanzitutto da un punto di vista etico – aggiunge – come nel caso di malattie rare che affliggono i Paesi poveri. I serpenti velenosi vivono in zone particolarmente fragili, ad esempio il Sud America, e sarebbe auspicabile promuovere proprio tra quelle popolazioni l’informazione e la divulgazione delle buone pratiche di prevenzione degli incidenti e la diffusione della ricerca in questo senso».
Se l’Oms lancia l’allerta e in Paesi come Stati Uniti, India e Pakistan i Governi assoldano degli infallibili cecchini pronti a fermare gli attacchi dei serpenti, in Italia esiste un rischio reale? «Nel nostro Paese il problema delle morsicature delle poche specie di vipere velenose è minore rispetto a quello di altre zone del pianeta – risponde l’etologo – ed è diminuito tantissimo da quando sono migliorate le tecniche agricole e zootecniche. Prima erano le donne lavoratrici della campagna e soprattutto i falciatori a essere colpiti durante il raccolto».
E a confermare quanto la penisola sia lontana dalle aree più calde, prosegue, «oggi che queste pratiche stanno scomparendo, i pochi casi di attacco dei serpenti sono limitati a cacciatori e soprattutto ai loro cani, incuriositi dall’odore della vipera e incautamente morsicati sul naso».
Ma il morso della vipera non è necessariamente mortale: dipende dalla dimensione dell’animale, il tempo trascorso, la temperatura ambientale e se la vipera ha scaricato le proprie ghiandole del veleno per abbattere in precedenza una preda. «Certo se si sospetta il morso di una vipera e si nota un gonfiore, nausea o mal di testa – sottolinea l’esperto – meglio recarsi al più vicino presidio medico per la corretta somministrazione del siero anti-veleno».