Morte Lamolinara, il blitz è un giallo: esecuzione o fuoco amico?

ROMA, 9 MAR – Uccisi con un colpo alla testa dai sequestratori circondati e prossimi alla fine? Finiti in mezzo a una sparatoria durata diverse ore e colpiti da fuoco amico? In attesa che i cadaveri di Franco Lamolinara e Christopher McManus vengano recuperati, rimpatriati e sottoposti ad autopsia, si tinge di giallo la dinamica del fallito blitz per liberarli a Sokoto, nel nordovest della Nigeria, con la setta islamica Boko Haram che in serata ha smentito ogni coinvolgimento nel sequestro, evocato ieri dal presidente nigeriano presidente Goodluck Jonathan.

''Non siamo mai stati implicati in sequestri, né è nel nostro stile chiedere un riscatto'', ha affermato un sedicente portavoce del gruppo, con lo pseudonimo di Abul Qaqa, che invita il governo nigeriano ''a rivedere le proprie informazioni e scoprire la vera identità dei rapitori: non ci devono usare per nascondere la propria incompetenza''.

Contrastanti le versioni sulla morte dei due ostaggi. Fonti della sicurezza nigeriana hanno rivelato che sarebbero stati uccisi nel fuoco incrociato durante il blitz per liberarli. Successivamente altre fonti, sempre della sicurezza nigeriana citate dal Daily Telegraph, hanno offerto la versione opposta: Lamolinara e McManus sono stati uccisi "con un colpo ravvicinato alla testa", e "sono stati uccisi prima ancora che le Sbs (gli incursori britannici, ndr) entrassero nel compound".

Il portavoce di Downing Street ha seccamente smentito che i due ostaggi siano stati uccisi da fuoco amico. La procura di Roma, dal canto suo, ha incaricato i carabinieri del Ros di recuperare e rimpatriare la salma di Lamolinara: l'autopsia verra' effettuata in Italia. Il raid, secondo testimonianze concordanti raccolte tra i residenti di Mabera, il sobborgo di Sokoto dove si trovava il covo dei rapitori, e' iniziato alle 11 del mattino, e ha impegnato "un centinaio di soldati": tra loro, o forse oltre a loro, un numero incerto di forze speciali britanniche, almeno 12 secondo alcuni media britannici, fino a 40 secondo altri.

Nel blitz, che assume ora i contorni di un'operazione militare piuttosto che di un raid delle forze speciali, sarebbe stato usato anche un blindato, e l'edificio dove erano asserragliati rapitori ed ostaggi colpito con proiettili di grosso calibro, come mostrano le prime immagini.

La casa e' stata trovata "imbrattata di sangue" e all'interno "sono state trovate penicillina e antimalarici", "segno che gli ostaggi erano lì da tempo. Crediamo siano stati uccisi in camera da letto", hanno raccontato i residenti. La stampa britannica rivela che David Cameron ha dato luce verde al blitz alle 8 del mattino di Londra (le 9 italiane), dopo una riunione del Cobra, il comitato britannico di emergenza. I residenti affermano di aver sentito l'inizio di una sparatoria a partire dalle 11: un intenso conflitto a fuoco che e' poi durato tra le sette e le nove ore, a seconda delle fonti. I terroristi avrebbero tentato la fuga, e i militari chiesto aiuto alla popolazione per trovare pneumatici da bruciare e stanarli.

Alle 15.47 il quotidiano online Sahara Reporters dava per primo la notizia di una sparatoria in corso a Mabera, di una casa circondata, e di una operazione anti-terrorismo per sgominare una cellula dei terroristi di Boko Haram. Iniziata almeno due giorni fa, l'operazione e' scattata dopo che i servizi di sicurezza nigeriani avevano arrestato un capo locale e altri quattro membri della setta terroristica islamica. Il quotidiano nigeriano The Nation afferma che sono stati proprio gli arrestati ad indicare il luogo dove gli ostaggi erano detenuti, mettendo in allarme i servizi sulla possibilità che fossero uccisi se non si fosse intervenuti al più presto. La 'fretta', spiegano a Londra, ha spinto la task force anglo-nigeriana ad intervenire, in pieno giorno, per evitare che il mancato ritorno dei cinque nel covo facesse precipitare la situazione. Altre fonti, citate dal nigeriano The Tribune, raccontano che il covo era stato perquisito ''gia' tre mesi fa'', nell'ambito delle operazioni anti-terrorismo nel nord della Nigeria che, nel prossimo giugno secondo i media locali, prevedrebbero anche l'intervento delle forze speciali americane per smantellare la rete di Boko Haram (che tradotto significa 'l'educazione occidentale e' peccato'), e soprattutto dei terroristi di al Qaida per il Maghreb islamico (Aqmi), che si sarebbero infiltrati nell'organizzazione e minacciano l'intera regione.

Published by
Emiliano Condò