Nazanin Zaghari-Ratcliffe, un’operatrice volontaria anglo-iraniana detenuta in prigione, in Iran, per 6 anni, ha raccontato il difficile percorso per tornare alla normalità dopo il carcere. Lo ha fatto prendendo di mira anche il governo britannico per aver impiegato cinque anni prima di farla rientrare nel Regno Unito. Secondo quanto riportato dal Daily Mail, in una conferenza stampa televisiva dopo essere tornata nel Regno Unito, ha ammesso che dopo “sei anni di inferno a Teheran” sta cercando di conoscere “meglio” la sua famiglia.
Ha elogiato gli instancabili sforzi di sensibilizzazione del “sorprendente” marito Richard e ha detto che il ricongiungimento con lui e la figlia Gabriella è stato “magnifico”. Richard Ratcliffe ha spiegato che dopo sei anni traumatici la famiglia ha bisogno di tempo per “riprendersi” ma che era “immensamente contento e orgoglioso” che la moglie fosse tornata a casa.
Nazanin, 44 anni, detenuta in Iran dal 2016, è rientrata nel Regno Unito a bordo di un aereo dopo che il governo ha saldato uno storico debito di 400 milioni di sterline – circa mezzo miliardo di euro – nei confronti dell’Iran per un ordine annullato degli anni ’70 riguardante dei carri armati britannici. Il marito ha elogiato gli sforzi del governo per garantire il rientro ma Zaghari-Ratcliffe, si è chiesta perché ci sia voluto così tanto tempo.
“Poter tornare è stato arduo. Confermo ciò che Richard ha detto sul ministro degli Esteri, ma non sono totalmente d’accordo con lui”, ha detto ai giornalisti. “Nel corso di sei anni ho visto passare cinque ministri degli Esteri. Molte volte mi hanno detto: “Ti riportiamo a casa”. Ma non è mai successo”. Quella di Nazanin Zaghari-Ratcliffe è una storia di tensione politica tra l’Iran e l’Occidente e rivela anche fin dove può arrivare la burocrazia. Il sospetto è che il fermo di una delegazione iraniana all’aeroporto di Heathrow, avvenuto circa dieci anni fa, potrebbe essere il motivo dietro l’arresto di Zaghari-Ratcliffe.
Nel 2013, la delegazione iraniana era arrivata nel Regno Unito per discutere il rimborso di uno storico debito di 400 milioni di sterline dovuto dalla Gran Bretagna per una spedizione di carri armati che non è mai stata consegnata. Sebbene in possesso di regolari visti i negoziatori erano stati fermati dalle guardie di frontiera e fatti rientrare in Iran pochi giorni dopo. In seguito gli iraniani hanno affermato di essere stati maltrattati.
Si ritiene che la successiva detenzione di Zaghari-Ratcliffe possa essere una rappresaglia dell’Iran. L’accordo della Gran Bretagna per saldare il debito – relativo all’annullamento di un ordine per 1.500 carri armati Chieftain dopo l’allontamento dello Scià nel 1979 – si è rivelato fondamentale per garantire il rilascio di Zaghari-Ratcliffe e di un altro ex detenuto, Anoosheh Ashoori. Nel 2016, fermata all’aeroporto Imam Khomeini, Zaghari-Ratcliffe era finita in carcere con l’accusa di spionaggio. Si era recata in Iran con la figlia Gabriella per farla conoscere ai suoi genitori.