In Gran Bretagna è sempre più difficile trovare “sir” puro sangue. Secondo alcune statistiche riportate dal Daily Telegraph un residente britannico su dieci, infatti, è nato all’estero: dal 1991, la percentuale delle persone residenti nel Regno che sono tuttavia nate altrove è quasi raddoppiata, dal 6,7 all’11%.
Il giornale ha attribuito questi risultati principalmente al notevole incremento nel numero di est europei andati a vivere in Gran Bretagna nell’ultimo decennio. Nel 2001 infatti, erano 114.000 i cittadini dell’Europa dell’est residenti nel Regno, rispetto ai 689.00 del 2009. Questo aumento nel numero di immigrati sta di conseguenza portando ad un aumento della popolazione: il tasso di crescita – immigrazione più nascite – oggi è infatti pari al 17%, il che significherebbe che nei prossimi 20 anni i britannici supererebbero i 70 milioni.
Le statistiche riferite oggi 10 dicembre dal Telegraph hanno scatenato roventi polemiche in ambito politico e Sir Andrew Green, presidente della campagna britannica Migrationwatch, ha accusato i laburisti di aver dato via libera all’immigrazione, e di aver in questo modo subdolamente cambiato la natura della popolazione britannica, senza aver mai consultato l’opinione pubblica.
Il ministro ombra dell’Immigrazione, Damian Green, ha definito i risultati dell’inchiesta uno dei gravi fallimenti del governo laburista aggiungendo che, anche se non fosse stato un piano deliberato, le statistiche di oggi rivelano che il governo non ha mai avuto alcuna capacità di controllo sul numero di immigrati.
