ROMA – E’ un’infezione polmonare la causa del ricovero in ospedale di Nelson Mandela. Infezione cui, dopo tre giorni, l’ex presidente sudafricano “sta reagendo bene”. Un comunicato della presidenza ha infatti riferito che Mandela, 94 anni, eroe nazionale del Sudafrica per la sua lotta contro l’apartheid, non è in pericolo di vita. ”I medici hanno terminato le analisi da cui risulta il risveglio di una vecchia infezione polmonare per la quale Madiba (il nome con cui viene chiamato Mandela, ndr) riceve un trattamento appropriato al quale reagisce bene”, si legge in un breve comunicato della presidenza.
E’ la prima informazione ufficiale sullo stato di salute del premio Nobel per la pace in tre giorni. Mandela è stato ricoverato sabato scorso in un ospedale militare alla periferia meridionale di Pretoria dove era stato trasferito a bordo di un aereo dalla città natale di Qunu. Il ricovero è stato talmente rapido, riferiscono i media locali, che alcuni familiari non ne erano a conoscenza. E fino a martedì non ci sono stati bollettini medici. Fatto questo che ha messo ancora più in ansia milioni di sudafricani.
Tuttavia, un portavoce della presidenza, Mac Maharaj, continua a sostenere che Madiba sta reagendo bene e che non c’è motivo di allarmarsi. A febbraio, l’ex presidente era stato ricoverato per dolori all’addome e un anno fa era stato curato per problemi respiratori. Oggi la rete televisiva eNCA ha trasmesso un’intervista fatta nel 2009 dalla Cnn a Graca, moglie di Mandela, nel quale la donna già allora sosteneva che la ”scintilla” del marito stava svanendo. Le sue fragili condizioni di salute gli impediscono di mostrarsi in pubblico anche se continua a ricevere, in forma strettamente privata, visitatori internazionali.
Madiba ha trascorso 27 anni nelle galere del regime segregazionista bianco prima di essere liberato nel 1990 e di diventare presidente nel 1994. Simbolo della lotta anti-apartheid, si è sempre battuto per la riconciliazione tra bianchi e neri, facendo istituire una commissione per indagare sui crimini commessi da entrambi nella lotta anti-apartheid. Il partito di Mandela, l’African National Congress (Anc), ha continuato a governare anche dopo il suo ritiro dalla politica nel 1999, finendo tuttavia spesso nel mirino delle polemiche.
Proprio martedì l’associazione delle Chiese sudafricane ha attaccato l’Anc, accusando i leader di degrado morale e di aver abbandonato l’obiettivo di Mandela di una democrazia non-razzista costruita dalle ceneri dell’apartheid. In una lettera inviata al presidente, Jacob Zuma, pubblicata una settimana prima delle elezioni per la leadership del partito, l’associazione delle chiese ha minacciato di mobilitarsi per ”una democrazia piu’ sana” se le sue preoccupazioni continueranno ad essere ignorate.