Nelson Mandela in vita artificialmente. Zuma annulla viaggio all’estero

Nelson Mandela in vita artificialmente. Zuma annulla viaggio all’estero

ROMA, 26 GIU – Sembrano aggravarsi le condizioni di salute di Nelson Mandela, mentre giungono le prime conferme ufficiali delle indiscrezioni che già circolavano nei giorni scorsi: l’ex presidente sudafricano viene tenuto in vita artificialmente. Mentre il Paese, rassegnato, prega e piange attorno all’ospedale dove Madiba è ricoverato, il presidente sudafricano Jacob Zuma annuncia di avere cancellato il suo viaggio in Mozambico previsto per giovedì.

Una decisione che lascia ormai pochi dubbi sul fatto che il premio Nobel si stia spegnendo. Nelle ultime ore un fiume di centinaia e centinaia di sudafricani ha invaso silenziosamente lo spazio accanto all’ospedale di Pretoria dove dall’8 giugno è ricoverato Mandela, per pregare, piangere e rendere omaggio al padre della loro libertà, al fondatore del Sudafrica multirazziale, ormai rassegnati alla sua morte imminente. A terra i fiori, i cuori, gli animali di peluche sono un tappeto; sul muro i messaggi, le lettere, le foto e i disegni di bambini diventano una carta da parati; nel mezzo bandiere, simboli della lotta antiapartheid, palloncini, poco più in là, gente accampata con tende, in veglia, accanto a famiglie, scolaresche.

Mandela, che il 18 luglio compirà 95 anni, ricoverato per un’infezione polmonare, da almeno tre giorni è in condizioni ”critiche”. ”Mentre lui rimane in condizioni critiche, noi dobbiamo tenere lui e la sua famiglia nelle nostre costanti preghiere”, aveva dichiarato in giornata il presidente Jacob Zuma. Un mantra che i laconici e radi comunicati ufficiali non hanno variato, lasciando spazio a ogni sorta di voce e speculazione – c’e’ addirittura che lo crede gia’ morto da giorni. Mercoledì al capezzale di Mandela si sono riuniti alcuni notabili del clan reale dei Thembu, di cui l’ex presidente sudafricano è esponente, per discutere le sue ultime volontà.

Dopo essersi riuniti mercoledì nella sua casa a Qunu, ”hanno voluto rendere visita a Tata (padre, formula di rispetto in lingua Xhosa, ndr) per vedere cosa convenga fare”, scrive oggi il sudafricano Times. Secondo indiscrezioni, Mandela vuole essere sepolto nel villaggio di Qunu, dove lui stesso ricorda di aver trascorso i più begli anni della sua infanzia, e dove si ritiro’ a vita privata prima che la sua salute peggiorasse, e non il villaggio natale di Mvezo (30 km da Qunu).

Secondo la stampa, la maggioranza del suo clan-famiglia vorrebbero trasferire a Qunu anche le spoglie di tre figli di Mandela, fatti interrare a Mvezo dalla nipote Mandla. E a Qunu, rilevano i media, è già comparse una ruspa. Alla famiglia del leader sudafricano s’e’ appellato anche il presidente americano Barack Obama, che, con il beneplacito dei familiari, nella tappa sudafricana del suo tour dell’Africa, vorrebbe poter visitare il suo ”eroe personale”.

Ma ormai il suo popolo e’ preparato a ”lasciare andare” il suo amato leader. ”E’ triste, ma non c’è nulla che possiamo fare oltre ad augurarci che lui sia in pace”, dice in lacrime Franz, accampato vicino al ”muro degli omaggi” davanti al Mediclinic Heart Hospital. ”Per me è come Gesù… Mandela non si è mai vendicato di quelli che l’hanno perseguitato, ma ci ha detto di restare uniti”, confida Sibanyoni, donna di 41 anni. ”Quando se ne andrà – secondo Stephen Makanamsa – dobbiamo tenerci tutti per mano”. Questo è quello per cui ha lottato e sofferto Mandela, questo è quello che lui si aspetta dalla sua ”Nazione Arcobaleno”.

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Elisa D'Alto