È di almeno 500 vittime il bilancio degli scontri interreligiosi di avvenuti domenica 7 marzo a Dogo Nahawa, in Nigeria. Lo ha reso noto Dan Majang, un consigliere del governatore dello Stato di Plateau.
Secondo Majang, che ha annunciato l’arresto di 95 persone collegate alle violenze, “almeno 500 persone sono state uccise in questo episodio abominevole”.
L’ennesima strage nel tormentato stato nigeriano del Plateau é avvenuta nella notte tra sabato e domenica, in una zona già teatro di scontri e massacri interetnici e interreligiosi, crocevia obbligato tra il nord a maggioranza musulmano e il sud a maggioranza cristiano. A gennaio a Jos, capitale dello Stato, i morti erano stati più di 400.
Domenica sera, il capo di Stato nigeriano ad interim Goodluck Jonathan ha posto in stato d’allarme l’esercito del Plateau e degli stati confinanti, con l’ordine di “catturare i responsabili delle violenze e contrastarne il propagarsi oltre il confine dello stato”.
Testimoni e fonti ufficiali hanno riferito che a Dogo Nahawa abitano soprattutto contadini stanziali di religione cristiana e di etnia Berom: ad attaccarli – ha raccontato un sopravvissuto – sono stati i pastori nomadi di religione musulmana dell’etnia Fulani. I pastori hanno sparato colpi in aria e si sono scagliati contro la popolazione brandendo machete.