Miniera Nuova Zelanda, si rompe il robot per il salvataggio: speranze sempre più deboli

Gli sforzi per salvare i 29 uomini intrappolati in una miniera di carbone in Nuova Zelanda hanno subito una nuova battuta d’arresto dopo che si è rotto il robot che avrebbe dovuto contribuire al salvataggio trascinando sottoterra un cavo di fibra ottica con cui osservare la situazione.

La rottura è stata accolta dalle scene di disperazione di  cui parenti e amici dei minatori intrappolati si sono abbandonati nei confronti di responsabili dei soccorritori. ”La situazione è molto seria e, più a lungo si protrae, più  si affievoliscono le speranze”, ha detto il comandante distrettuale della polizia, Gary Knowles, da subito uno dei meno ottimisti sulle possibilità di salvataggio.

La situazione dei 29 minatori dispersi, per il capo della polizia Howard Broad, si fa sempre più nera. ”La situazione è disperata e si fa sempre più nera, di ora in ora, di giorno in giorno” ha detto Broad alla stampa. Le immagini dell’esplosione, riprese dalle telecamere di sorveglianza, sono state mostrate oggi ai familiari dei minatori e ai giornalisti. Il video mostra un’esplosione prolungata e violenta. Dopo l’incidente, avvenuto nella miniera di carbone di Pike River, nessun contatto è stato stabilito con i lavoratori dispersi.

Alle 19.00 locali, le 7 del mattino in Italia, il pozzo che i team di soccorso hanno iniziato a costruire non è stato ancora terminato. Mancherebbero ancora circa 20 metri: i lavori sono resi più complessi dalla roccia incontrata nel corso della perforazione. Lo riferisce la stampa locale. Sul posto ci sono 65 unità specializzate nel soccorso in miniera, molti provenienti dall’Australia. “L’esplosione nella miniera è stata molto forte nel punto dove i minatori stavano lavorando”, ha detto un responsabile di Pike River.

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Emiliano Condò