SYDNEY – Tutti i 29 minatori rimasti intrappolati lo scorso novembre nella miniera di carbone di Pike River, in Nuova Zelanda, morirono in pochi minuti dopo un’esplosione di metano in profondità. E’ la conclusione dell’inchiesta del coroner, il magistrato Neil MacLean.
Le prove presentate all’inchiesta concludono che gli uomini furono uccisi dall’esplosione stessa, oppure subito dopo dall’ atmosfera velenosa che si era creata nella miniera, perdendo immediatamente conoscenza per ipossia, cioè per mancanza di ossigeno, nel giro di pochi minuti. Ora potranno essere emessi i certificati di morte, ha detto il magistrato.
Questo mese la polizia neozelandese aveva abbandonato gli sforzi per recuperare i corpi perché ancora troppo pericoloso entrare nella miniera, che è stata sigillata. Dopo il disastro la Pike River Company, proprietaria della miniera, è stata posta in amministrazione controllata e i dipendenti licenziati. Fra le 29 vittime, due britannici, un australiano e un sudafricano.
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