Un giudice russo ha chiesto la riapertura dell’inchiesta sulla morte di Anna Politkovskaja, dopo l’assoluzione ieri di tutti gli imputati, che ha scatenato indignazione e dure proteste.
Anche dagli Stati Uniti è arrivata la richiesta di trovare e punire gli assassini della giornalista di opposizione, uccisa nell’ottobre del 2006.
“Gli Stati Uniti si rammaricano del fatto che l’omicidio rimanga irrisolto” afferma l’ambasciata americana a Mosca in una dichiarazione diffusa via e-mail.
Tutto, quindi, riparte da capo. La corte militare della capitale ha infatti deciso di restituire al comitato investigativo presso la procura generale il fascicolo d’inchiesta sul caso.
“Dato che i giurati hanno deciso che i fratelli Makhmudov e Serghei Khadzhikurbanov non sono implicati in questo crimine, la vicenda deve essere ora rinviata al Comitato d’Inchiesta della Procura russa, con l’obiettivo di ritrovare le persone implicate nel delitto”, ha dichiarato il giudice Evgeni Zubanov, che ha seguito il processo autorizzando ieri la liberazione degli imputati.
Dopo circa tre ore di camera di consiglio, i dodici giurati ieri hanno ritenuto non provate le responsabilità degli imputati.
Si tratta dell’ex dirigente della polizia moscovita Serghei Khadzhikurbanov, accusato di essere l’organizzatore del delitto per conto di un mandante non ancora identificato; dei fratelli ceceni Dzhabrail e Ibragim Makhmudov, presunti ‘pedinatori’ della giornalista (un terzo fratello, Rustan, è ricercato all’estero come presunto killer).
Al quarto imputato, l’ex colonnello dei servizi segreti Pavel Riaguzov, erano contestati reati minori insieme allo stesso Khadzhikurbanov: abuso d’ufficio ed estorsione.
Riaguzov, in particolare, avrebbe fornito l’indirizzo della Politkovskaia (trovata morta nell’atrio della sua abitazione) al gruppo ceceno.