Omofobia negli Usa, un altro giovane gay si suicida: è il sesto da luglio

Stavolta Facebook non c’entra nulla, e neppure il bullismo. A spingere al suicidio un diciannovenne gay è stata un’infuocata assemblea nella città di Norman, in Oklahoma, durante la quale sono volate offese pesanti contro i gay e le lesbiche.

Il ragazzo, Zach Harrington, è il sesto gay che si suicida negli Usa dal luglio scorso. Anche lui, come il giovane studente della Rutgers University Tyler Clementi, vittima della crudeltà dei suoi colleghi, era un promettente musicista.

Ha deciso di togliersi la vita una settimana dopo che il consiglio comunale della sua città, aperto al pubblico, ha dibattuto per oltre tre ore la proposta di dedicare questo mese alla difesa dei diritti dei gay, delle lesbiche, bisessuali e transessuali.

I consiglieri hanno dato il via libera alla risoluzione a larghissima maggioranza, 7 favorevoli e solo 1 contrario. Ma prima e dopo il voto è stata bagarre. Uno dei capi della protesta ha detto di essersi trasferito a Norman proprio perché pensava che fosse una città diversa, in cui, si legge nella stampa locale, ”nessuno avrebbe mai accolto a braccia aperte questa gente”.

Una donna, che si definiva ‘bi-razziale”, s’era detta stanca di vedere i diritti degli omosessuali paragonati a quelli delle minoranze etniche. Un altro ha accusato la comunità gay di ”volersi infiltrare nel sistema scolastico pubblico, per inserire il loro modello di vita tra le materie scolastiche”. Calunnie che hanno sconvolto il ragazzo spingendoli, sette giorni dopo, a farla finita.

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Maria Elena Perrero