Pakistan, l’appello di Asia Bibi: “Salvatemi, ogni minuto sembra l’ultimo”

ROMA – ”Sto male. Mi sento soffocare tra queste quattro mura. Ogni minuto che passa mi sembra l’ultimo”. A parlare, in un’intervista alla Repubblica, è Asia Bibi, la donna pakistana accusata di blasfemia e condannata a morte.

Oggi è rinchiusa in isolamento nel carcere di Sheikpura. ”Piango per i miei figli e per mio marito – afferma – Sono in una situazione davvero difficile, nessuno può capire quello che sto vivendo, mi hanno condannata a morte e sono innocente”.

”Ho paura. Mi sento come se la mia intera famiglia fosse stata condannata – prosegue – Questo mi fa sentire come se fossi responsabile, come se fossi stata io a fallire in qualcosa”. La donna e’ convinta che se anche riuscisse ad uscire dal carcere, la sua vita e quella dei suoi familiari non sarebbe al sicuro finché si troveranno in Pakistan. Sulla mobilitazione internazionale che si è sollevata sul suo caso, Asia Bibi, dice che ”tanto rumore non ha portato a nessun cambiamento nelle mie condizioni di vita. Due delle persone che mi hanno più appoggiata in Pakistan sono morte”.

Quando ha saputo che il governatore del Punjab e il ministro per le minoranze religiose, che stavano lavorando per modificare la legge sulla blasfemia, erano stati assassinati si è ”infuriata”.

”Hanno dato la vita per una causa importante – afferma – vorrei che l’intero mondo riconoscesse la loro lotta e il loro sacrificio. La gente qui in Pakistan usa la legge sulla blasfemia per risolvere le proprie questioni personali”. Il sogno più grande di Asia Bibi, una volta fuori dal carcere, è quello di incontrare Papa Benedetto XVI. ”Il Santo Padre ha parlato di me, questo mi ha dato moltissima speranza – conclude – mi ha spinta a continuare a vivere”.

Published by
luiss_vcontursi