Pakistan, bimba cristiana stuprata: un milione di rupie ai genitori e il caso è chiuso

Un milione di rupie per i genitori di Lubna, la dodicenne cristiana stuprata e uccisa a Rawalpindi da un gruppo di musulmani. Ed il caso è chiuso. La famiglia di Lubna Masih ha accettato un risarcimento in denaro, pari a meno di 10mila euro, per abbandonare il procedimento legale contro i responsabili del crimine, riferisce l’Agenzia vaticana Fides.

Dopo un ”braccio di ferro” fra le organizzazioni cristiane – che invitavano i genitori a rifiutare qualsiasi proposta di accordo – e altri emissari e mediatori, fra i quali alcuni parlamentari, Saleem e Guddi Masih hanno ceduto, accettando il contributo in denaro, che chiude il caso a livello legale. Saleem, padre di Lubna, ha detto: ”Perdono gli uomini che hanno ucciso mia figlia. Cominceremo una nuova vita”.

”Life for All”, Ong di ispirazione cristiana che si è battuta per una denuncia, contro l’impunità e per sollevare la questione delle violenze sui cristiani, ha commentato amaramente a Fides: ”Se nemmeno i genitori hanno la forza di difendere la memoria della figlia, nessuno può fare nulla”. A condurre in porto la trattativa e’ stata l’organizzazione ”Ephlal Ministry” (”Servizio di giudizio”), specializzata in mediazioni civili e legali.

L’organizzazione prenderà il 20% della somma pattuita. Determinanti sono risultate le condizione di poverta’ e disagio della famiglia Masih. Fonti di Fides ricordano che ”la dinamica di comprare il silenzio delle vittime non e’ nuova e fa parte della sperequazione delle forze in campo: le famiglie cristiane sono spesso agli ultimi posti nella scala sociale e si trovano a confrontarsi con esponenti della ricca borghesia musulmana o con ricchi possidenti”. In seguito ai numerosi casi di violenze sulle ragazze cristiane, nel marzo scorso il Presidente del Pakistan, Ali Zardari, aveva annunciato di istituire una ”linea telefonica diretta” con il suo ufficio di presidenza, per segnalare i casi piu’ gravi di violenze ai danni delle minoranze religiose.

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