TEL AVIV – Una ragazzina israelo-americana di 13 anni, Hallel Yaffe Ariel, è stata accoltellata a morte da un palestinese nel letto di casa sua nell‘insediamento di Kiryat Arba, vicino a Hebron, in Cisgiordania. Un atto che ha subito fatto risalire l’allarme e la tensione in Israele.
Il premier Benjamin Netanyahu lo ha definito “un omicidio orrendo. Mi aspetto che la leadership palestinese condanni chiaramente, senza equivoci, questo orrendo omicidio e prenda immediati provvedimenti per fermare l’istigazione”.
Dura condanna anche dal Dipartimento di Stato americano. Il portavoce John Kirby ha parlato di un’aggressione “immorale” ed ha condannato “nel modo più duro questo ignobile attacco terroristico”.
L’assalitore si chiama Mohammad Tarayra, ha 17 anni ed è di un villaggio vicino al luogo del delitto. Dopo aver scavalcato la barriera di protezione ha raggiunto la casa della famiglia Ariel ed è entrato, colpendo la ragazzina che si trovava a letto mentre dormiva: trasportata in ospedale a Gerusalemme, la giovane è poi deceduta per le numerose ferite ricevute.
Dopo l’attacco dentro la casa, il palestinese ha ferito in modo piuttosto serio anche una guardia del luogo di 31 anni, Yehoshua Gilboa, prima di essere ucciso dalla reazione delle forze di sicurezza. Secondo i media israeliani è parente di un altro palestinese che a marzo scorso condusse un attacco con un auto proprio a Kiryat Arba e che nella sua pagina Facebook nei mesi passati aveva più volte espresso “il desiderio di morire e il suo amore del martirio per la causa palestinese”.
Per Netanyahu, le nazioni civili “devono fare pressione su chi guida la rete dell’istigazione che porta all’omicidio di una bambina nel suo letto”. “Mi auguro – ha denunciato il portavoce del ministro degli Esteri – che i membri del Parlamento Europeo che la settimana scorsa hanno applaudito le menzogne maligne del presidente palestinese Abu Mazen comprendano finalmente che l’istigazione palestinese porta all’assassinio”.
Le prime misure adottate nella riunione di sicurezza presieduta da Netanyahu sono state la chiusura del villaggio di Bani Naim da dove proveniva il ragazzo palestinese autore dell’assalto, la revoca dei permessi di lavoro per la famiglia dell’attentatore e l’avvio delle procedure per la demolizione della casa.