
Papa Francesco va in Iraq, viaggio coraggioso: c'è molto Covid, zero vaccinati e poca sicurezza FOTO ANSA
Papa Francesco va in Iraq, un viaggio coraggioso perché in Iraq c’è molto Covid, zero vaccinati e poca sicurezza. Un viaggio difficile e senza precedenti: è la prima volta nella storia che un Papa metterà piede in Iraq e Francesco lo farà fino all’8 marzo. Sarà in Iraq il Papa, nel pieno della pandemia e con l’eco di razzi e attentati, anche in queste ultime settimane.
Un viaggio senza folle e abbracci, a causa dell’emergenza sanitaria, in un Paese che solo 2 giorni fa ha visto l’arrivo dei primi 50mila vaccini, donati dalla Cina. Un viaggio blindato dal punto di vista della sicurezza, con Papa Francesco che salirà su un’auto blindata come mai aveva accettato in precedenza.
Papa Francesco in Iraq, “pellegrino di pace”
“Nel momento in cui lascio Roma per recarmi in Iraq pellegrino di pace e di fraternità tra i popoli, mi è gradito rivolgere a lei signor Presidente il mio deferente saluto che accompagno con fervidi auspici di serenità e prosperità per il caro popolo italiano”. Lo dice Papa Francesco nel telegramma al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, mentre il pontefice lascia in volo l’Italia per il suo viaggio apostolico in Iraq.
“Finalmente sarò tra voi. Desidero tanto incontrarvi, vedere i vostri volti, visitare la vostra terra, antica e straordinaria culla di civiltà”, ha detto in un videomessaggio al popolo iracheno a poche ore dalla partenza. Una visita all’insegna della pace e della speranza. Un viaggio pastorale ma anche politico. “Vengo come pellegrino penitente per implorare dal Signore perdono e riconciliazione dopo anni di guerra e di terrorismo – sono le parole del Pontefice -, per chiedere a Dio la consolazione dei cuori e la guarigione delle ferite”.
Il Papa in Iraq tra attentati e Covid
Sul posto a preoccupare non è solo la pandemia ma anche la sicurezza. A garantire l’incolumità del Papa e delle persone che lo accompagnano sono le forze di sicurezza irachene, di concerto con la Gendarmeria vaticana. Quanto alla presenza di eventuali rafforzi da parte delle forze occidentali, presenti in Iraq, dal Vaticano fanno sapere che “la sicurezza è sempre nelle mani del Paese ospitante” che decide come organizzarla al meglio.
C’è poi la pandemia e l’Iraq vive proprio in questi giorni il suo lockdown con la chiusura di tutti i luoghi pubblici, comprese le moschee. Centellinate le presenze agli eventi con il Papa: l’unico appuntamento con più persone, circa 10mila, si terrà nello stadio di Erbil, in Kurdistan, dove domenica 7 marzo il Papa celebrerà la Messa.
