Papa Francesco riformula la Messa: strette di mano più sobrie

Papa Francesco riformula la messa: strette di mano più sobrie

CITTà DEL VATICANO – Strette di mano sì ma più sobrie, contenute. Papa Francesco riformula uno dei passaggi cruciali della Messa, ovvero quando il sacerdote si rivolge ai fedeli e dice: “E ora scambiatevi un segno di pace”.

Il che, spesso, equivale a un momento di confusione, in cui ci si stringe la mano tra sconosciuti, ci si abbraccia e bacia, ci si dilunga in chiacchiere, congratulazioni durante un matrimonio o condoglianze durante un funerale. Proprio quello che una circolare, approvata dal papa il 7 giugno scorso e diffusa solo in questi giorni, intende disciplinare.

Nella missiva inviata alle conferenze episcopali di tutto il mondo si fa riferimento a un’esortazione apostolica di papa Benedetto XVI del 2007 nella quale si legge:

“Durante il sinodo dei vescovi è stata rilevata l’opportunità di moderare questo gesto, che può assumere espressioni eccessive, suscitando qualche confusione nell’assemblea proprio prima della comunione. È bene ricordare come non tolga nulla all’alto valore del gesto la sobrietà necessaria a mantenere un clima adatto alla celebrazione, per esempio facendo in modo di limitare lo scambio della pace a chi sta più vicino”.

Sempre nella missiva ecco qualche linea da rispettare durante il delicato passaggio del segno di pace:

1. Si ricorda che non è necessario invitare meccanicamente ogni volta i fedeli a scambiarsi il segno della pace, e quindi se lo si ritenga conveniente lo si tralasci. 2. Si rileva l’opportunità che nella pubblicazione della nuova edizione del messale in corso le conferenze episcopali cambino in meglio le modalità suggerite precedentemente: passando ad esempio da gesti familiari e profani di saluto a gesti più appropriati. 3. Si indica la necessità che nello scambio della pace si evitino: l’introduzione di un canto della pace inesistente nel rito romano; lo spostamento dei fedeli dal proprio posto; l’abbandono dell’altare da parte del sacerdote per dare la pace ad alcuni fedeli. Inoltre, si raccomanda di evitare che in alcune circostanze – come le solennità di Pasqua o Natale, i battesimi, le prime comunioni, le cresime, i matrimoni, le ordinazioni sacerdotali, le professioni religiose, le esequie – il darsi la pace sia occasione per felicitarsi o per esprimere condoglianze tra i presenti. 4. Si invitano le conferenze episcopali a preparare catechesi liturgiche sul significato del rito della pace nella liturgia romana e sul corretto sviluppo nella celebrazione della Messa.

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Elisa D'Alto