Nelle isole caraibiche di St. Kitts e Nevis è possibile invece ottenere il passaporto con un investimento di 400mila dollari nel settore immobiliare. Il piccolo stato insulare ha il sistema più antico di ottenimento della cittadinanza per investimento (1984). Recentemente gli Stati Uniti hanno messo in guardia le autorità locali dal concedere passaporti ai cittadini iraniani, per evitare che con esso possano viaggiare negli Stati Uniti, sempre in conformità con le sanzione imposte al Paese mediorientale. Con un investimento di 400 mila dollari o 200.000 dollari donati a un ente di beneficenza è possibile acquistare la cittadinanza in Antigua y Barbuda, sebbene il primo ministro Baldwin Spencer abbia affermato che non viene concessa “a qualsiasi tipo di persona”.
La cittadinanza ottenuta attraverso investimenti è in forte aumento anche in alcuni Paesi europei. Per esempio Malta è stata recentemente criticata per aver annunciato di voler concedere ai ricchi investitori stranieri un passaporto per investimenti al prezzo di 650.000 euro, senza l’obbligo per l’investitore di stabilire lì la propria residenza. Il primo ministro Joseph Muscat ha detto che già 45 persone sarebbero pronte a richiederlo, fruttando all’isola mediterranea un fatturato di 30 milioni di euro. Dopo aver ricevuto pressioni dai funzionari dell’UE, le autorità sono state però costrette a cambiato le regole: ora gli aspiranti cittadini stranieri devono risiedere a Malta un anno e investire ben 1,15 milioni. Anche Cipro ha cercato di ridurre il costo del CIP(Citizenship Investment Program) nel tentativo di placare l’ira degli investitori russi che hanno perso soldi quando Cipro ha accettato un pacchetto di salvataggio da parte dell’Unione europea.
Christian Kalin, esperto di questioni relative all’ottenimento di cittadinanze diverse dalla propria, stima che ogni anno nel mondo si spendono 2mila milioni di dollari per avere un secondo passaporto (o eventualmente un terzo). Così come si diversifica il portafoglio degli investimenti, allo stesso tempo si moltiplica il portafoglio dei passaporti” spiega Kalin. Questa opzione è diventata “di prassi” per i cittadini cinesi e russi così come per quelli provenienti dal Medio Oriente. Ovviamente i Paesi in difficoltà economiche ne hanno preso atto.
Ma Vivienne Reding, vice presidente della Commissione europea, avverte: “la cittadinanza non può essere in vendita”.
