L’avvocato presenterà due linee di difesa: una per dimostrare che il documento Crimen Solllicitationis del 1962, in cui si chiedeva di mantenere il segreto nei processi di diritto canonico contro preti pedofili non rappresenta, come sostengono gli avvocati delle vittime, la prova di un cover-up orchestrato dal Vaticano. Secondo Lena non ci sono prove che l’arcidiocesi americana in questione avesse conoscenza del documento o che tanto meno l’avesse usato. Il Vaticano sosterrà inoltre che i vescovi non sono dipendenti del Vaticano perché non sono pagati da Roma né agiscono per conto di Roma e non sono controllati quotidianamente dal Papa.
“C’é chiaramente il rapporto, la questione è capire la natura del rapporto, se è religioso, se é civile”, ha detto Lena. William McMurray, l’avvocato delle tre vittime nel caso del Kentucky, sta cercando di ottenere dalla magistratura lo stato di azione collettiva sostenendo che migliaia di minori sono stati vittime di molestie sessuali da parte di preti in tutti gli Stati Uniti. Il caso del Kentucky è uno dei tre di alto profilo contro il Vaticano in tribunali degli Stati Uniti.
Di recente una azione legale è stata presentata in Wisconsin per conto delle vittime di Padre Lawrence Murphy in un collegio per sordomuti contro papa Benedetto XVI (quando era prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede) e i cardinali Angelo Sodano e Tarcisio Bertone. L’altro caso è in Oregon: la tesi dell’accusa è che la Santa Sede approvò il trasferimento internazionale dall’Irlanda a Chicago e poi a Portland del sacerdote Andrew Ronan rendendosi in questo modo corresponsabile delle molestie. Il caso dell’Oregon è approdato alla Corte Suprema che nelle prossime settimane dovrebbe decidere se ascoltarlo.