Il cardinale arcivescovo di Vienna, Christoph Schoenborn, apre le porte a una “libera discussione” sul tema del celibato ecclesiastico, tornato in primo piano dopo le polemiche sullo scandalo pedofilia tra le file del clero.
Non è detto che si debbano “condividere necessariamente tutte le posizioni”, dice Schoenborn, ma nella Chiesa è “legittimo” discutere anche del celibato. Anzi, su tale questione, “le preoccupazioni” espresse da alcuni vescovi “sono le preoccupazioni di tutti noi”.
Nei giorni scorsi il vescovo del Burgenland, Paul Iby, si era detto favorevole ad una revoca del celibato obbligatorio per i preti. Schoenborn, secondo quanto riporta l’agenzia cattolica Kathpress, nella conferenza stampa conclusiva dell’incontro dei vescovi con i consigli parrocchiali svoltosi a Mariazell ha detto di comprendere tali “preoccupazioni”, ma ha anche sottolineato che ciò non vuol dire che si condividano per forza le soluzioni prospettate.
“È del tutto legittimo parlare di questi temi”, ha detto Schoenborn, ex allievo di Joseph Ratzinger e considerato molto vicino all’attuale Papa. “Sono felice di vivere in una Chiesa dove esiste libertà di espressione e di opinione”, ha aggiunto.
Oltre a quello dell’abolizione dell’obbligo di celibato sui cui aveva posto l’accento monsignor Iby insieme ad altri vescovi, durante l’incontro di Mariazell è stato sollevato anche il tema delle ordinazioni femminili. “Come vescovi, noi vogliamo parlare del problema del celibato e diciamo a Roma che questo argomento è sul tappeto”, aveva sottolineato durante il dibattito monsignor Alois Schwarz, della diocesi di Carinzia.
Oggi dal Vaticano è giunta una conferma inequivoca di quanto il celibato sia visto come un punto irrinunciabile per una vita sacerdotale a immagine di Gesù: “Cristo rimase per tutta la vita nello stato di verginità – ha detto all’Osservatore Romano l’arcivescovo Mauro Piacenza, segretario della Congregazione per il clero -, a significare la sua totale dedizione al servizio di Dio e degli uomini”.
E ancora: “Certamente esistono molteplici ragioni di convenienza del celibato, sia sotto il profilo storico e biblico, sia sotto quello spirituale e pastorale, tuttavia fondamentale è aderire alla fonte di tutto: Cristo stesso”.
In tutto questo, lo scandalo degli abusi, da cui era partito anche il dibattito sul celibato, continua a sferrare colpi di coda e ad alimentare ulteriori imbarazzi.
L’ultimo caso viene dall’Australia, dove la polizia del Nuovo Galles del Sud indaga sulle accuse mosse all’arcivescovo di Adelaide, Philip Wilson, peraltro appena rieletto presidente della Conferenza episcopale australiana, di aver ignorato diversi casi di abusi sessuali commessi da sacerdoti negli annì70 e ’80 e di essere coinvolto in una ‘congiura del silenziò contro le vittime.
Wilson, che secondo indiscrezioni dovrebbe succedere al cardinal George Pell come arcivescovo di Sydney (se quest’ultimo vedrà confermata la sua nomina a prefetto della Congregazione dei vescovi), ha negato di essere a conoscenza degli abusi.
La tv nazionale Abc ha intervistato alcune vittime e testimoni di abusi commessi nella diocesi di Newcastle, a nord di Sydney, che hanno riferito tra l’altro che Wilson, allora sacerdote, negli anni ’70 abitava nella stessa casa di uno dei cinque preti pedofili che violentarono oltre 100 minori, Jim Fletcher, poi morto in prigione nel 2006, e avrebbe almeno dovuto sapere che una delle sue vittime subiva abusi nel suo appartamento.
Intanto il primate della Chiesa d’Irlanda, cardinale Sean Brady, ha deciso di non dimettersi nonostante anche su di lui penda il sospetto di aver coperto un caso di pedofilia nel 1975.