La condanna a morte per traffico di droga inflitta in Cina ad un cittadino britannico è ora «all’ esame della Corte Suprema», senza la cui approvazione le condanne alla pena capitale non possono essere eseguite. Lo ha detto il portavoce governativo Ma Zhaoxu in una conferenza oggi a Pechino.
Il condannato, Akmal Shaik, di 53 anni, è stato arrestato nel 2007 al suo arrivo all’ aeroporto di Urumqi, nel nordovest della Cina, dopo nei suoi bagagli era stata scoperta eroina del valore di mercato di quasi 400mila dollari. La sua condanna a morte è stata confermata nei tre gradi di giudizio prima di essere inviata alla Corte Suprema. Da tre anni le sentenze di morte non diventano definitive fino a quando non sono approvate dal massimo organo giudiziario.
Il portavoce ha spiegato che l’ Ambasciata britannica in Cina e un’ organizzazione umanitaria hanno sostenuto che Shaik, che ha quattro figli, soffre di una malattia mentale e probabilmente è stato usato inconsapevolmente come corriere da una banda di trafficanti di droga. Però, ha sostenuto Ma Zhaoxu, «non hanno portato alcuna prova» a sostegno di questa tesi.
Se la condanna verrà confermata Shaik diventerà il primo cittadino britannico ad essere messo a morte in Cina. Al momento del suo arresto, secondo la rete televisiva Bbc, Shaik avrebbe mostrato sopresa per la scoperta della droga, affermando di non saperne nulla.
