Istigazione alla rivolta: per questa accusa padre Mario Bartolini rischia undici anni di carcere. Il missionario, da più di trent’anni a fianco degli indios dell’Amazzonia del Perù, è al centro di un caso giudiziario con Lima dopo una sollevazione attuata un anno fa dagli indigeni per protestare contro lo sfruttamento dei propri territori.
“Padre Mario è tranquillo ed è sicuro che alla fine la verità vincerà”, ha detto all’ANSA in vista dell’udienza, in programma domani, Andres Sagama, uno dei religiosi vicini al missionario italiano, che ha 72 anni ed è nato ad Ascoli Piceno. Tramite la procuratore Sandra Alarcon, l’accusa ha chiesto 11 anni di carcere contro il religioso marchigiano, che stamani ha lasciato Barranquita (circa 850 km a nordest da Lima), la località dove dirige la parrocchia, verso la città di Yurimaguas, dove si trova il tribunale che lo processerà. Durante l’udienza, la Alarcon presenterà video in cui si vede il religioso che incita gli indios alla rivolta.
Il legale di Bartolini, Constante Diaz, sostiene a sua volta che le prove della Alarcon “sono parziali e non obiettive”, sottolineando inoltre che l’unica cosa che ha fatto il religioso durante la rivolta è stata quella di manifestare liberamente la propria opinione. Nel giugno del 2009, Bartolini visitò centinaia di indios del dipartimento di Amazonas che si erano mobilitati a seguito di un decreto promosso dal presidente Alan Garcia, provvedimento che agevolava gli investimenti esteri in quelle terre.
La protesta si concluse il 5 giugno dopo uno scontro tra gli uomini inviati da Lima e un gruppo di indios, con un bilancio pesante: 33 morti (23 poliziotti, 10 indios). Sacerdote passionista, Bartolini è diventato ormai da tempo una figura carismatica per i nativi dell’Amazzonia peruviana grazie ad una piccola emittente radio, la “Voz de Cainarachi” – da lui fondata e diretta – che arriva fino ai punti più sperduti della regione, e dalla quale ha invitato la popolazione della foresta ad opporsi allo sfruttamento delle risorse naturali dell’Amazzonia. All’epoca dei fatti, Bartolini aveva sottolineato di essere “minacciato dai poteri economici e governativi peruviani. Vogliono cacciarmi dal paese”.