MAZARA DEL VALLO (TRAPANI) – Il peschereccio Airone, con sette uomini d’equipaggio a bordo (tre mazaresi tra cui il comandante Alberto Figuccia e quattro tunisini), sfuggito a un tentativo di sequestro a una trentina di miglia dalle coste libiche ha ormeggiato al molo Uno del porto di Mazara del Vallo. Era passata la mezzanotte da un quarto d’ora.
Subito sono scattate le indagini della magistratura italiana per stabilire come sono andate le cose. La pm Antonella Trainiti ha raccolto le testimonianze dei membri dell’equipaggio e ha visionato un video di Sky.
Sembra confermato che l’allarme alla Marina Militare Italiana è stato dato dagli altri due pescherecci che si trovavano nell’area dove era avvenuto l’abbordaggio dell’Airone, a circa 27 miglia dalle coste libiche.
Il porto era al buio perché, ha detto il sindaco Nicola Cristaldi, “la Regione siciliana non ha i soldi per l’impianto di illuminazione e non consente al Comune di realizzarlo perché non è di propria competenza”.
L’Airone è stato accolto da un nutrito gruppo di abitanti del luogo, presenti anche le mogli del comandante Giuseppe Figuccia e del capo tecnico Mario Salvato, che in un primo momento erano rimaste fuori dai cancelli presidiati dalle forze dell’ordine.
Subito hanno avuto inizio le polemiche: un video girato da una giornalista italiana escluderebbe sia il tentativo di sequestro sia l’intervento di salvataggio della Marina militare italiana. Il peschereccio Airone sarebbe stato fermato da una motovedetta regolare della Libia, per un controllo, in quanto si sarebbe trovata, a detta dei libici, in acque della Libia.
Ai libici va bene se gli italiani in quelle acque pescano un po’ di clandestini su cui le loro bande lucrano, non gli va bene invece se gli italiani pescano. Dati i tempi, i nostri pescatori hanno fatto benissimo a scappare. Tuttavia il modo in cui si è svolto l’incidente rimane avvolto dai dubbi.
L’equipaggio è stato subito condotto nei locali della Capitaneria di porto per essere interrogato dal Pm della Procura di Marsala che sulla vicenda ha aperto un’inchiesta. Restano infatti molti dubbi sulla versione definitiva di quanto accaduto la mattina di venerdì e sul tentato sequestro. A confermare i dubbi un video trasmesso da SkyTg24 che racconta una versione un po’ diversa, ovvero che il peschereccio sia stato trovato a pescare in mare libico dalla guardia costiera di Misurata e sia scappato.
I sette mariani (quattro tunisini e tre italiani) sono stati ascoltati fin quasi alle 4 nei locali della Guardia costiera. “Rifarei tutto quello che ho fatto per portare in salvo il mio equipaggio – ha detto il comandante del peschereccio, Angelo Figuccia, 44 anni – In quell’area si corrono sempre rischi”. L’inchiesta aperta dalla procura di Marsala dovrà accertare quanto accaduto la mattina di venerdì scorso, quando intorno alle 7 il peschereccio italiano è stato fermato a una trentina di miglia dalle coste libiche da militari di Misurata. Dalle riprese di una troupe di Sky, che si trovava sulla motovedetta libica per un servizio sull’immigrazione, si vedono le immagini dell’abbordaggio. “Dovete tirare le reti – dice in italiano un militare libico -. Vogliamo i vostri documenti, se possibile”. I documenti vengono calati dentro una busta di plastica e visionati a bordo. “Dobbiamo andare verso Misurata”, dice ancora il comandante libico. Figuccia risponde: “Non si può lasciar perdere? Siamo qui per un pezzo di pane”. “Non si può. Uno dei nostri deve venire con voi”. Si vede un militare del rimorchiatore di Misurata saltare sul peschereccio.
Ad aspettare l’equipaggio, fuori dai cancelli del porto c’era anche il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, mentre al sindaco Nicola Cristaldi è stato consentito di entrare insieme ai familiari. Poco prima il sindaco aveva lamentato le condizioni del porto “rimasto al buio perchè la Regione siciliana non ha i soldi per l’impianto di illuminazione e non consente al Comune di realizzarlo perchè non è di propria competenza”. Qualche voce di protesta sulle condizioni del porto di Mazara del Vallo, prima marineria d’Italia, si è sollevata anche tra le persone in attesa dietro i cancelli.
MOGLI ALLONTANATE DAI CARABINIERI – Poco prima dell’arrivo in porto, Annamaria Licari ed Elisa Asaro, mogli del comandante Alberto Figuccia e del suo secondo, Mario Salvato, arrivate con le bimbe per abbracciare i loro mariti sono state rimandate indietro dai carabinieri che proteggono il varco al molo 1 del porto di Mazara del Vallo. “Questo sarebbe lo stato? – ha gridato Licari – Dov’era quando mio marito è andato per mare ed è finito nelle mani dei libici?” La signora ha spiegato che “quando ho appreso la notizia ho pensato che non avrei più rivisto Mario, che già il 9 giugno 2012 era stato sequestrato sempre davanti alle coste libiche”. A seguire il video trasmesso da Sky che mette in dubbio la versione del peschereccio e il video Repubblica dell’arrivo in porto dell”airone.