Quella del Golfo del Messico potrebbe essere una tragedia dodici volte più grave di quel che pensiamo. La fuoriuscita di greggio dal pozzo sottomarino della British petroleum potrebbe essere di 12 volte superiore rispetto alle stime fatte finora. Lo scenario apocalittico è presentato dal quotidiano inglese The Guardian che ha raccolto le valutazioni di un team di ricercatori e scienziati americani, coordinati dal prof. Steve Weely della Purdue University.
Gli scienziati sono arrivati a questa conclusione esaminando il primo video della fuga di petrolio, le cui immagini sono state diffuse solamente giovedì. Dallo studio sulle riprese, svolto dal team di Steve Weely, si è giunti alla conclusione che il limite massimo potrebbe essere di 70mila barili giornalieri, contro i 5mila stimati dalla Bp. La compagnia petrolifera al contrario, ha ribattuto che le sue stime si basano sulle immagini satellitari e sull’osservazione dell’acqua, ritenendo impossibile effettuare una stima affidabile in base alle immagini sottomarine.
Le stime date dal Noaa, l’organismo federale americano che si occupa della tutela ambientale delle acque e delle coste marine, non convincono neanche il New York Times. Il quotidiano americano afferma che la perdita potrebbe essere anche di 4 o 5 volte maggiore rispetto alla cifra fornita dal governo statunitense. I dati ufficiali sono stati ottenuti con un metodo chiamato “Bonn Convention” basato sui colori dell’acqua, utilizzati per stimare lo spessore della macchia di petrolio. «Ma questo protocollo è specificatamente non raccomandato per le macchie molto grandi – afferma al quotidiano Alun Lewis, un esperto britannico, inoltre una sua applicazione corretta dovrebbe dare un intervallo di quantità.
Il Noaa, nel frattempo, ha reso noto un primo parziale bilancio dei mezzi utilizzati per bloccare la falla: 13 mila le persone al lavoro, oltre 600 i chilometri di barriere di contenimento e assorbenti, 712 mila litri di sostanze disperdenti spruzzati.
La Bp invece minimizza i danni. Secondo Tony Hayward, Ceo della Bp, la fuga di greggio dal pozzo sottomarino del Golfo del Messico è relativamente contenuta: «Il Golfo del Messico è un oceano assai vasto, il volume del greggio e dei materiali diluenti che vi stiamo riversando è minuscolo in rapporto al volume totale», ha affermato al Guardian.