Una Pasqua da ostaggi dei pirati somali per i sedici uomini del “Buccaneer” catturato il sabato santo nel mare tra Aden e l’Africa.
Il rimorchiatore, con i pirati a bordo, sta dirigendo verso le coste somale, dove sono ancorate decine di navi sequestrate, mentre la fregata Maestrale, superato il Mar Rosso, è entrata nel Golfo di Aden e si sta dirigendo anch’essa a tutta forza verso quel braccio di mare tra i villeggi di Eyl, Obbia e Harardere dove presumibilmente sarà portato il battello italiano.
La nave, ha detto all’AFP uno dei sequestratori parlando dal covo di Eyl, dirige “verso Las Qorey (sulla costa del Golfo di Aden, ndr.). A bordo vi sono dieci pirati. Tre imbarcazioni veloci scortano la nave”. I pirati hanno bisogno di carburante e hanno chiesto di fare rifornimento a un somalo ce ne fa commercio.
Andrew Mwangura da Mombasa coordina il monitoraggio delle acque dell’Oceano Indiano per l’organizzazione East African Seafarers’ Assistance Programme. Contattato al telefono ha sostenuto che «l’equipaggio del Buccaneer è in buone condizioni. Sarà solo una questione di tempo e occorrerà pagare un riscatto, ma in genere gli equipaggi catturati vengono trattati bene».
Non sembrano esserci altre novità. Se ci sono in corso trattative, nessuno ne vuol parlare.
Il ‘Buccaneer’, battente bandiera italiana, è stato assaltato e sequestrato dai pirati a 60 miglia da Aden, nel tratto di mare tra Somalia e lo Yemen. A bordo 16 marinai, dei quali 10 italiani. Il comandante, Mario Iarlori, 51 anni, è abruzzese, di Ortona (Chieti) città che è anche il porto di armamento del “Buccaneer”, proprietà della Micoperi Marine Constructors di Ravenna, in Romagna.
La fregata Maestrale, della marina militare italiana, è nella zona dove è avvenuto il sequestro.