«La scelta dell’Iraq è stata fatta per tre ragioni – ha spiegato in volo il portavoce Robert Gibbs – : perché è vicino alla Turchia, per il bisogno di consultarsi con gli iracheni perché ogni possibilità di progresso è legata a soluzioni politiche, e perché lì c’è la maggioranza delle truppe americane che meritano l’attenzione del presidente».
Obama si è dunque recato in Iraq, in una visita non annunciata, dopo la missione in Turchia, dove ha tenuto un discorso al parlamento, nel quale aveva dichiarato che gli Stati Uniti non sono in guerra contro l’Islam.
Nel suo soggiorno turco sono circolate anche voci di un possibile attentato contro il presidente statunitense: un uomo di origini siriane, infatti, avrebbe tentato di farsi passare per giornalista di “Al Jazeera”, per avvicinarsi ad Obama e colpirlo con un coltello. L’attentatore è stato poi arrestato dalla polizia turca, confessando le proprie intenzioni. La notizia è stata riportata dall’emittente iraniana Press-Tv.Il portavoce del Servizio segreto americano, Ed Donovan, ha detto che gli Usa presteranno seria attenzione al caso e che si sta lavorando in stretto contatto con le autorità del Paese ospite.