Esiste in Francia un modo di dire “être plus royalsite que le roi”, che significa “essere più realista (cioè monarchico) del re”. All’origine si trattava di uno slogan adoperato dai partigiani della Restaurazione all’indomani della fine del Primo Impero, e stava a significare che tutti quegli uomini, nobili e cattolici, non solo appoggiavano il re Borbone ma contestavano tutti le acquisizioni conquistate dalla borghesia grazia a vent’anni di sommovimenti politici. L’espressione si applica bene ai giorni nostri a tutti quegli “ortodossi” che non accettano il compromesso, od il semplice progressismo. Gli italiani hanno avuto recentemente l’occasione di saggiarne una bella variante, made in Gianfranco Micciché: «Sono più Berlusconiano di Berlusconi».
Dall’altro lato dell’Atlantico, in America, ci sono – incredibile a dirsi – dei cattolici romani più cattolici romani del papa. Il blog Huffington Post ne rende conto in un recente articolo. Di fronte alla prese di posizioni di Benedetto XVI sui preservativi e il loro ruolo nel prevenire la diffusione dell’HIV, molti conservatori cattolici di prima importanza stanno contraddicendo l’esplicazione che lo stesso Vaticano ha dato delle parole del papa. Numerosi cattolici ortodossi hanno affermato che accetteranno solamente una dichiarazione del pontefice fatta in maniera formale. Altri hanno sostenuto che i giornalisti hanno intenzionalmente distorto i commenti del papa. Altri si sono, infine, interrogati sull’accuratezza e la professionalità del portavoce di Joseph Ratzinger, il reverendo Federico Lombardi.
«E’ un casino» – afferma John Haas, il presidente del Centro Cattolico Bioetico di Philadelphia, un’istituzione che consiglia e informa leader religiosi, parrocchie, ospedali e uffici vaticani. «Non sono ancora pronto ad affermare che il papa ha detto quello che Lombardi dice». Lo scalpore è nato dai commenti di Papa Benedetto nel suo nuovo libro Luce del Mondo. Il papa, la Chiesa e i segni dei tempi, frutto del dialogo tra il pontefice e un giornalista tedesco, Peter Seewald. Tra le osservazioni del papa una in particolare ha destato grande risonanza: l’uso del preservativo per certe persone, come prostituti uomini, può rappresentare una tappa verso la responsabilità morale, poiché l’obbiettivo del gesto è “ridurre i rischi di contagio”. La mini rivoluzione dogmatica ha poi avuto un secondo capitolo e un’estensione, perché qualche giorno dopo che i giornali davano notizia di questa presa di posizione, il reverendo Lombardi diceva che le riflessioni del papa non si applicavano solo a prostituti uomini, ma anche a donne, e transessuali.
Sebbene il papa, e la Chiesa, non abbiano cambiato idea riguardo all’utilizzo del preservativo come contraccettivo – moralmente condannato dal Vaticano – le recenti parole di Papa Benedetto XVI rappresentano una pietra miliare nel cammino, ancora lungo e imprevedibile, della Chiesa Cattolica verso l’accettazione di un’etica più vicina alle pratiche dei suoi fedeli.
