Preti pedofili, casi isolati o epidemia? Centinaia di denunce solo negli ultimi 3 mesi

“Casi isolati”, “preti che sbagliano” o un problema grave e diffuso in modo preoccupante? La questione pedofilia irrompe nel mondo cattolico con una forza che fa riflettere. Dietro l’esplosione delle denunce degli ultimi giorni c’è chi vede un attacco alla Chiesa, chi alla figura di Benedetto XVI. Marcello Pera, dalle pagine del Corriere della Sera parla di una «furia distruttrice pari a quella del nazismo e del comunismo», monsignor Tarcisio Bertone di un attacco «volto a minare la fiducia nella Chiesa».

Rimane il fatto che in Irlanda, Olanda, Austria e poi Brasile e Italia le denunce piovono e arrivano anche i primi mea culpa dei religiosi implicati. Quello che manca, nella pioggia di analisi, sono i numeri, quello che potrebbe far capire in modo più chiaro la dimensione del fenomeno.

Mercoledì 17 marzo, per esempio, sono arrivate le scuse del numero uno della Chiesa irlandese, il Cardinale Sean Brady. Gli abusi di cui era a conoscenza  risalgono agli anni ’70 ma sono stati resi noti solo poco tempo fa. Brady, che ora si dice pronto a “riflettere”, per anni si è dedicato insabbiare. Ai bambini vittime di abusi, infatti, veniva imposto il voto del silenzio. Ma in Irlanda, solo nella diocesi di Dublino, i sacerdoti pedofili accertati sono 46 e almeno 300 le vittime.

In Germania, solo negli ultimi giorni i casi di pedofilia che hanno coinvolto la Chiesa si sono moltiplicati. Prima il coro di Ratisbona, a lungo diretto da Georg Ratzinger, fratello di Benedetto XVI poi, il 16 marzo la sospensione di un altro religioso Peter H. Gli abusi, in questo caso, risalgono alla fine degli anni ’70 ma don Peter, invece di essere sospeso è stato tranquillamente spostato da una parrocchia ad un’altra. E il trasferimento del prete pedofilo da Essen a Monaco fu deciso dall’allora arcivescovo di Monaco e Frisinga:  Joseph Ratzinger.

In Olanda, invece, tra preti e suore i religiosi coinvolti in abusi sessuali su minori, secondo un’inchiesta dell’emittente Radio Netherlands sono 137. Le violenze risalgono agli anni ’50-’70 ma le denunce sono state raccolte e diffuse solo il 15 marzo.

In Austria, gli scandali esplosi negli ultimi giorni sono due. Sempre riferiti a episodi di anni addietro, sempre insabbiati e riemersi a distanza di tempo. Il nove marzo un uomo di 53 anni ha denunciato abusi subiti da due religiosi quando ne aveva undici. Nel frattempo i due sacerdoti sono morti dopo aver conosciuto l’onta dell’arresto, in Marocco, per turismo sessuale. Sempre in Austria, il 16 marzo,  il direttore di una scuola cattolica di Mehrerau, nella provincia di Vorarlberg, ha raccontato di come negli anni ottanta fu nascosto un caso di violenza sessuale e il prete che aveva ammesso le accuse fu riassegnato alla provincia del Tirolo. Il parroco tirolese sapeva tutto ma ha pensato che fosse sufficiente una semplice “rieducazione”.

In Svizzera, subito dopo la denuncia degli abusi a Ratisbona, 60 persone si sono fatte avanti puntando il dito contro membri del clero. A renderlo noto Martin Werlen, abate di un monastero benedettino nel centro della Svizzera.

In Brasile il 15 marzo è spuntato persino un video. Protagonista un sacerdote di 82 anni, ripreso con il telefonino mentre ha un amplesso con un ragazzo del coro parrocchiale. Oltre a lui, sono indagati anche altri due sacerdoti. Tutti e tre sono stati immediatamente sospesi.

La pedofilia non risparmia neppure la Spagna. Il 16 marzo la magistratura ha aperto un’inchiesta su un religioso dell’Ordine di Saint-Viateur, arrestato la scorsa estate in Cile per possesso di materiale a carattere pedopornografico. Il religioso, 53 anni, avrebbe abusato di almeno 15 ragazzi di eta’ fra i 12 e i 14 anni in tre diversi collegi spagnoli. Il materiale che gli è stato sequestrato in Cile era ”particolarmente esplicito”: fotografie di sadomasochismo, coprofilia e scene di sesso con bambini.

Solo a Savona, negli ultimi due mesi i casi di pedofilia nel clero sono addirittura due. Uno riguarda Don Luciano Massaferro, attualmente in carcere con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una bimba di undici anni. Il 16 marzo, invece, è spuntato un nuovo caso che vede coinvolto un parroco. A denunciare un ragazzo che afferma di essere stato vittima di abusi da quando aveva 14 anni. A Torino, invece, il 17 febbraio, il pubblico ministero Stefano Demontis ha chiesto una condanna a 4 anni e 2 mesi di reclusione per violenza sessuale ai danni di un minore disabile, per don Pierpaolo Mologni.

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Emiliano Condò