Sono oltre 30 i casi accertati di preti accusati di pedofilia che sono stati trasferiti dalle istituzioni ecclesiastiche. Molto spesso questi religiosi avrebbero continuato a lavorare insieme ai bambini. Lo ha rivelato un’indagine effettuata dall’Associated Press, svolta su un campione di 21 Paesi. Grazie al trasferimento i sacerdoti sarebbero sfuggiti alla legge che avrebbe dovuto giudicarli.
Un prete che aveva ammesso violenze sui bambini a Los Angeles venne trasferito nelle Filippine, e i suoi superiori gli intimarono più volte di non rivelare a nessuno dov’era finito. Un altro, condannato per abusi sessuali in Canada e sfuggito alla legge, si trasferì in Francia dove, nel 2005, venne di nuovo condannato. Un altro ancora ha fatto la spola tra Irlanda e Inghilterra, nonostante fosse segnalato come pederasta.
Richard Sipe, ex monaco benedettino, lo ha detto chiaramente: «Se uno dei nostri si mette nei guai e sta per scoppiare uno scandalo, la Chiesa lo sposta in giro per il mondo e lo invia nelle missioni all’estero. Qualsiasi cosa pur di evitare lo scandalo».
I rappresentanti della Chiesa si giustificano dicendo che in alcuni casi, i sacerdoti si sono spostati di loro iniziativa in un altro paese e la nuova parrocchia poteva non essere a conoscenza delle accuse. In altri casi, i funzionari della chiesa hanno detto di non credere alle accuse, o che il sacerdote aveva pagato e si era pentito per quanto fatto.
Il caso Pezzotti. Il reverendo Mario Pezzotti, che ha lavorato per tanti anni con i bambini in Brasile, è stato accusato di aver violentato Joe Callander nel Massachusetts. Callander aveva 14 anni quando fu violentato per tre volte da padre Pezzotti presso l’ormai chiuso Xaverian Missionary Faith High School ad Holliston nel 1959. La Chiesa ha pagato 175 mila dollari di risarcimento nel 1993 per quanto accaduto, mentre altre due accuse di abusi provenienti da Boston nei confronti del prete non sono state mai chiarite.
Nel frattempo padre Pezzotti è volato in Brasile, dove ha fatto il missionario presso la comunità degli indiani Kayapo in Amazzonia. Negli anni ’90 ha scritto alla sua vittima: «Ho espiato e sono guarito nella giungla, con l’aiuto di Dio». Don Pezzotti non ha ricevuto altre accuse in Brasile, anzi quando è tornato in Italia, nel 2003, i brasiliani hanno chiesto di poterlo riavere tra di loro.
Il prete indiano. Don Vijara Bhaskar Godugunuru è accusato negli Stati Uniti di aver molestato una minorenne in Florida nel giugno 2006: il religioso ora si troverebbe in Italia. Lo afferma Jeff Anderson, l’avvocato del Minnesota che si sta occupando del caso: «L’appello della famiglia della ragazza a Papa Benedetto XVI è rimasto inascoltato».
Infatti la madre della teen-ager scrisse al pontefice nell’agosto del 2006, quando padre Godugunuru fu incriminato dell’aggressione alla figlia. Il prete si dichiarò colpevole e la Corte gli ordinò, nel febbraio 2007, di tornare in India. Don Godudunuru si troverebbe adesso in Toscana, dove lavorerebbe come vice-parroco nella chiesa del Santissimo Nome di Maria in località Querce al Pino, che fa capo alla diocesi di Montepulciano, Chiusi, Pienza. Lo studio legale di Anderson ha allegato al comunicato l’elenco dei preti in servizio alla diocesi italiana aggiornato al maggio 2009 in cui risulta il nome del sacerdote indiano.
Secondo Anderson, la diocesi di Pensacola-Tallahassee in Florida inviò nel 2007 la documentazione relativa a don Godugunuru, compreso il rapporto dello sceriffo e la perizia dello psicologo, al Cardinale Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. La ragazza ha adesso fatto causa alla diocesi per corresponsabilità negli abusi. Secondo Anderson l’iter della vicenda «è tipico di come il Vaticano affronta i casi di abusi sessuali da parte del clero».
«Le prove prodotte non supportan l’accusa», ha invece risposto Monsignor Rodolfo Cetoloni, vescovo della diocesi di Montepulciano. La ragazza ha detto che padre Godugunuru si era appartato con lei e le aveva messo le dita nella vagina. Il Papa non ha mai risposto alla famiglia.
Il gesuita italo-brasiliano. Clodoveo Piazza è un gesuita che gestiva un ricovero per i senzatetto per bambini di strada e ha lavorato in Brasile per 30 anni. Nel 2005 ha ricevuto 600 mila dollari dalla Banca per lo sviluppo nazionale del Brasile per istituire quattro impianti nella città nordorientale di Salvador. Nell’agosto del 2009 i pubblici ministeri hanno detto che almeno 8 ragazzi e giovani si erano presentati a dire che Piazza aveva abusato di loro, oppure di essere stati testimoni di altri abusi.
La polizia brasiliana voleva arrestarlo, ma Piazza ora lavora in Mozambico, e la Chiesa si è schierata in sua difesa: l’associazione no profit per la quale il prete lavora ha scritto sul proprio sito web che «i gesuiti italiani esprimono la loro solidarietà con il fratello e il padre Piazza». Il gruppo aggiunge che «la calunnia contro i missionari sta diventando un gioco sempre più popolare».
I pubblici ministeri brasiliani dicono che Piazza, un brasiliano naturalizzato, ha rifiutato di rispondere alle accuse di abusi sessuali e sfruttamento sessuale dei bambini. Intervistato a Maputo, in Mozambico, questa settimana, Piazza ha detto che le accuse contro di lui sono false e sono parte di una campagna per ricattarlo partita da «ambienti politici» brasiliani non meglio identificati. Ha detto che era stato prosciolto dalle accuse per due volte in Brasile, e che non vi è alcuna prova contro di lui. Ma i giudici brasiliani ribadiscono che non c’è stato nessun proscioglimento e il suo caso è ancora aperto.
Il seminarista. Giuseppe Skelton era uno studente di 26 anni del seminario di San Giovanni a Detroit, Michigan, nel 1988, quando fu condannato per abusi sessuali con un ragazzo di 15 anni. Dopo più di 20 anni, vive nelle Filippine, dove è stato ordinato sacerdote e ora serve come vicario parrocchiale della parrocchia di San Vincenzo Ferrer nella remota città di Calape. E’ anche diventato un cantante gospel molto popolare nel paese.
L’arcidiocesi di Detroit, dopo aver appreso che Skelton era stato ordinato sacerdote, ha inviato una lettera sulla sua condanna alla diocesi di Tagbilaran all’inizio del 2003. Tumulak, l’ex vescovo, ha detto di non ricordare di aver ricevuto la lettera, e in ogni caso ormai è troppo tardi.
Dalla Colombia al Venezuela. Il reverendo colombiano Enrique Diaz Jimenez è stato condannato per tre volte in tre paesi diversi. Si è dichiarato colpevole di aver abusato sessualmente di tre ragazzi, mentre era un sacerdote della chiesa di San Leo e la Chiesa dell’Addolorata di New York a metà degli anni 1980, e fu condannato nel mese di aprile 1991 a cinque anni e quattro mesi di libertà vigilata. Fu trasferito e riprese il lavoro come sacerdote in Venezuela, dove fu sospeso di nuovo nel 1996 per 20 anni dopo che 18 ragazzi lo hanno accusato di averlo molestato.
Monsignor Francisco de Guruceaga, il vescovo che ha assunto Diaz in Venezuela, ha detto di non aver capito che il prete che era stato accusato di abusare di bambini. Secondo De Guruceaga, Diaz gli disse che aveva problemi con le donne, non di aver molestato bambini. Diaz è tornato in Colombia nel 1996 ed è stato accusato nel 2001 di aver molestato un ragazzo, dichiarandosi colpevole alla fine dell’anno.
La “cura geografica” della Nuova Zelanda. Il trasferimento dei sacerdoti è stato chiamato “la cura geografica” da Terry Carter, vittima della Nuova Zelanda. La Carter ha vinto 32 mila dollari di risarcimento dalla Società di Maria, che supervisiona la scuola cattolica del collegio di Wellington dove è stata abusata dal reverendo Allan Woodcock.
Woodcock ha molestato almeno 11 ragazzi in quattro strutture della chiesa in Nuova Zelanda prima di essere inviato in Irlanda. E’ stato estradato in Nuova Zelanda nel 2004, si è dichiarato colpevole di 21 accuse di abusi sessuali ed è stato condannato a sette anni di carcere. E’ stato rilasciato sulla parola nel settembre 2009.
«L’hanno portato fuori dalla Nuova Zelanda, dopo anni di illeciti in diverse posizioni», dice la Carter. La Chiesa ribatte: «E’ stato inviato in Irlanda per la psicoterapia intensiva. Non aveva il permesso di esercitare il suo ministero o di essere coinvolto con i giovani». Woodcock è stato sospeso dal suo ministero nel 1987. E ’stato rimosso dal sacerdozio nel 2001.