Radiazioni pericolose a Fukushima dopo una nuova esplosione. Anche Tokyo a rischio

TOKYO – Le radiazioni pericolose tengono il Giappone con il fiato sospeso: le autorità hanno dichiarato che l’incendio al reattore numero 4 della centrale nucleare di Fukushima ha provocato una fuga di radioattività nell’atmosfera. I livelli sono altissimi, di 400 millisiviert per ora. Le iniezioni di acqua nei reattori 1 e 2 della centrale di Fukushima 1 sono su livelli stabili. Quanto al reattore 4, quello spento ma che ha registrato un incendio, il livello ”non è confermato”.

La zona di evacuazione attorno alla centrale di Fukushima è stata ampliata a 30 km. Un livello di radioattività ”superiore al normale” ma non tale da ”essere nocivo per la salute umana” è stato rilevato a Tokyo, secondo quanto ha dichiarato Sairi Koga, un responsabile della prefettura di Tokyo, un conglomerato di 12 milioni di persone che fa parte della megalopoli con 35 milioni di abitanti. Diversi esponenti del governo si rimpallano dichiarazioni sul livello delle radiazioni: sono scese, diminuiscono, torneranno a livelli normali. Sperano e cercano di dare speranze e continuano a ribadire che non sarà un’altra Chernobyl anche se il G8 ha chiaramente dimostrato preoccupazione per un eventuale disastro nucleare.

Un’ esplosione nel reattore 2 della centrale nucleare nel nord del Giappone, e un incendio nel n.4, hanno aggravato la crisi provocata nell’impianto dal doppio disastro del terremoto e dello tsunami della settimana scorsa.

In una conferenza stampa trasmessa in diretta televisiva, il primo ministro Naoto Kan, indossando una tuta da lavoro, come sempre in questi giorni e come tutti i funzionari governativi, ha chiesto a tutti coloro che vivono ad una distanza di 20-30 chilometri dalla centrale di rimanere al chiuso. Il premier ha chiesto ai cittadini giapponesi di mantenere la calma e ha ricordato i tecnici e i soldati delle Forze di Autodifesa, l’esercito giapponese che, ha sottolineato, ”continuano a pompare acqua nei reattori mettendosi in una situazione estremamente pericolosa”.

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