“Il premier Silvio Berlusconi è noto per la sua generosità. Spero che possa aiutare me e mia moglie”. Sergio Cicala, l’italiano nelle mani di al Qaida nel Maghreb, si rivolge in un messaggio audio, diffuso oggi 28 febbraio su internet, direttamente al presidente del Consiglio.
Cicala, rapito con la moglie, Philomene Pwelgna Kaborè, il 17 dicembre scorso nel deserto della Mauritania al confine con il Mali. Il 6 febbraio scorso il braccio maghrebino di Al Qaeda (Aqmi) aveva fissato al primo marzo l’ultimatum all’Italia per il rilascio. Il messaggio audio di Sergio Cicala è intitolato “Appello dell’ostaggio italiano al governo di Berlusconi”, dura poco più di un minuto ed è accompagnato da un’immagine fissa in cui si mostra un uomo presentato come Sergio Cicala, inginocchiato e guardato a vista da sei uomini incappucciati e armati.
Il testo, pubblicato dall’edizione online dell’Inquirer, fa parte di un messaggio video di Al Qaeda, dove la cellula terroristica si rivolge all’opinione pubblica e ai parenti degli ostaggi: “Se volete la sicurezza degli ostaggi, fate pressione sul vostro governo offensivo e chiedetegli di soddisfare le legittime richieste dei mujahedin”.
Nel video l’ostaggio italiano ribadisce che la libertà sua e della moglie “dipende dalle concessioni che il governo è pronto a fare” per questo spera “che il prima possibile, il governo si interessi alla nostra situazione e, di conseguenza, alle nostre vite”.
