Ci ha messo 23 anni a capire che qualcosa non andava nella sua famiglia: tutti troppo diversi da lei. Ha indagato da sola su casi di bambine scomparse, ne ha individuato uno che poteva essere compatibile con la sua età e, dopo un test del Dna, ha avuto la certezza di essere proprio lei la bimba rapita nel 1987 da un ospedale di Harlem.
Si tratta di Carlina White e aveva solo 19 mesi quando fu presa da un ospedale di Harlem. La madre si era allontanata dall’ospedale per alcune ore: al suo ritorno la culla era vuota e le indagini riuscirono solo a stabilire che una finta infermiera si era portata via la piccola. Iniziarono subito le ricerche della polizia, le foto segnaletiche, gli appelli dei genitori disperati.
Ma nulla servì. Gli anni passarono inesorabili e il caso fu archiviato dalle autorità e dimenticato dall’opinione pubblica. Quel che è certo è che Carlina (il nome che le fu dato era Nejdra Nance) crebbe in Connecticut e che la famiglia biologica dopo alcuni anni citò l’ospedale per negligenza e alla fine ottenne 750 mila dollari come compensazione.
Sulla sorte di questi soldi, che sono stati bloccati fino all’età di 21 anni di Carlina, resta il mistero. Crescendo Carlina inizia ad accumulare dubbi e sospetti sulla famiglia con la quale vive, fino ad avviare un’indagine personale che la porta a contattare la polizia di New York.
Quindi il test per il Dna e la certezza: è proprio lei quella bimba scomparsa 23 anni fa da un ospedale di Harlem. Ora un’indagine della polizia deve accertare se la donna che ha cresciuto Carlina è anche la rapitrice del 1987.