ROMA – Religiosa e laica, sacra e profana. E’ da sempre la doppia natura di Roma che oggi, in questo primo maggio bifronte, e’ andata in scena nelle due piazze simbolo di questo dualismo: San Pietro, centro della cristianita’, e San Giovanni, il catino che ospita manifestazioni tradizionalmente della sinistra. In queste piazze si sono riversate centinaia di migliaia di persone, lasciando i quartieri svuotati e insolitamente silenziosi. La Capitale insomma ha offerto un programma tutto compreso: beatificazione e concertone.
Con buona pace dei romani che, forse in via precauzionale, ma magari anche per altruismo, hanno lasciato la citta’ a disposizione del milione e mezzo di pellegrini che ne ha affollato alcune zone e dei circa 200 mila che hanno preferito le note pop e rock.
I romani ‘di Roma’ hanno optato per la tradizionale ‘gita fuori porta’ e magicamente i quartieri piu’ lontani dal centro storico e dalle zone sensibili vicino a San Pietro e a San Giovanni, hanno mostrato un volto agostano, tipico di una giornata afosa estiva piu’ che di un week end del primo maggio. Al contrario, le due piazze, San Pietro e San Giovanni, erano gremite e hanno offerto due squarci di vita diversi ma che hanno accomunato una parte di persone, una doppia sfaccettatura che sta in bilico tra il sacro e profano. Qualcuno ha addirittura deciso di fare la spola: e cosi’ torme di giovani, soprattutto scout, finita la cerimonia di beatificazione hanno deciso una breve parentesi musicale a San Giovanni prima di tornare a casa.
E sono passati dalla compostezza di una folla silenziosa e raccolta, a volte in ginocchio sui sampietrini, a quella piu’ ‘easy’ del concertone del Primo maggio al ritmo di musica e satira politica. Come Simona e Franco che hanno 23 e 24 anni e sono arrivati a Roma in treno da Pistoia. ”Al concerto – hanno raccontato – siamo stati anche l’ anno scorso e quest’ anno la concomitanza con la beatificazione di Giovanni Paolo II ci ha convinti a venire a Roma qualche giorno prima per vivere un grande evento”. E cosi’ per molti l’appuntamento in piazza e’ stato doppio. Dallo sventolio delle bandiere con l’immagine del Papa beato a quelle per dire ‘no’ al nucleare, dagli striscioni ”Santo subito” a quelli per rivendicare il diritto al lavoro. ”Perche’ poi i valori profondi e le battaglie civili non hanno colore. Voi dite sacro e profano? Io dico umano”, spiega Valentina appena arrivata al concertone dopo la maratona veglia-beatificazione. E forse la piccola saggezza di una sedicenne e’ il sigillo di questa ”giornata particolare”.