MOSCA, 26 OTT – Scambiate per errore al reparto maternita' dopo la nascita, si sono conosciute a 12 anni dopo aver saputo la verita' ed ora sono amiche del cuore, ma le loro famiglie vivono in una reciproca diffidenza alimentata dalle loro differenti fedi: cristiana una, musulmana l'altra.
La storia continua a rimbalzare da giorni sui media russi, anche in tv. Protagoniste, loro malgrado, della vicenda Irina Beliaeva e Ania Iskanderova, che vivono sugli Urali, a mezzora di distanza una dall'altra.
Tutto e' cominciato quando Iulia, la madre di Irina, ha citato in tribunale l'ex marito che si rifiutava di pagare gli alimenti. ''Abbiamo fatto tutti i test del Dna ma i risultati sono stati una sorpresa totale. Non solo il mio ex marito non aveva alcun legame biologico con Irina, ma neppure io'', ha raccontato.
''All'inizio – ha proseguito – pensavo fosse uno scherzo, poi non finivo piu' di piangere. Mi e' crollato addosso il mondo, temevo la reazione di Irina e pensavo alla mia vera figlia: forse era stata abbandonata, messa in orfanotrofio, o forse costretta a chiedere l'elemosina in strada''.
Iulia si e' rivolta alla polizia per ritrovare la figlia naturale e dopo poche settimane ci e' riuscita. Abita in un villaggio a mezzora d'auto di distanza ed e' la copia della madre biologica. Si chiama Ania e vive con quello che finora ha creduto essere suo padre, Naimat Iskanderov, un tagiko che ha sposato una russa e poi ha divorziato. E' lui che ha cresciuto Ania, insieme ad altri fratelli, come una devota musulmana.
Anche Naimat inizialmente non credeva a quanto scoperto dalla polizia, uno scambio della targhette con il nome delle due bimbe in quel lontano 17 dicembre del 1998, in cui vennero alla luce 15 minuti una dopo l'altra. ''Quando l'investigatore mi ha mostrato la foto dell'altra ragazza, Irina, quella che dicevano essere la mia vera figlia, ho visto subito che la sua faccia era il mio ritratto e sono stato preso dalla disperazione'', ha raccontato.
Ora le due famiglie si frequentano regolarmente ma con difficolta', anche per le differenti tradizioni religiose. Naimat teme che la figlia che ha cresciuto nella fede musulmana cominci a bere nei bar e cessi di pregare e lavorare, smarrendo la sua religione. ''Abbiamo abitudini diverse, e' un incubo'', confessa Iulia. Ma il suo timore piu' grande e' di perdere entrambe le ragazze: quella che ha cresciuto e' diventata improvvisamente una estranea, la figlia vera invece trascorre molto tempo con il padre naturale e non accetta piu' l'amore, le tenerezze materne.
Entrambe le famiglie hanno citato in giudizio l'ospedale Kopeisk, dove e' avvenuto il tragico errore, chiedendo un risarcimento di oltre 300 mila dollari, una cifra che la clinica non potra' mai permettersi di pagare. Il responsabile medico ha chiesto scusa in tv per l'accaduto, ma questo non serve a lenire la ferita dei genitori. Le due ragazze, pero', hanno reagito positivamente: almeno per ora, vogliono restare nella famiglia dove sono cresciute, contente di essersi trovate e di essere diventate l'una la migliore amica dell'altra. Tanto che Ania sogna ''una grande casa dove vivere tutti insieme''.