PARIGI – Nel 1994, il missile che colpi' l'aereo dell'allora presidente del Rwanda Juvenile Habyarimana, il cui abbattimento fu la scintilla che scateno' il genocidio rwandese, non fu sparato dai ribelli tutsi, ma da alcuni ufficiali hutu, desiderosi di bloccare l'applicazione del trattato di pace che il presidente aveva appena firmato ad Arusha, in Tanzania. Lo afferma un rapporto commissionato dai due giudici francesi titolari dell'inchiesta, Nathalie Poux e Marc Trevidic, presentato oggi alle parti civili.
Secondo la ricostruzione effettuata dagli inquirenti nella prima inchiesta sull'attentato, coordinata dall'altro magistrato francese Jean-Louis Bruguiere, il velivolo sarebbe stato abbattuto da un missile sparato da alcuni guerriglieri del Fronte di Liberazione nazionale, l'esercito di liberazione tutsi guidato dall'attuale presidente rwandese Paul Kagame, appostati in una fattoria sulla collina di Masaka, a circa 3,5 chilometri dal luogo dello schianto.
Ma, in base alle nuove perizie effettuate sul posto da esperti balistici e ad alcune nuove testimonianze, questa versione non sarebbe sostenuta dai fatti: l'aereo sarebbe infatti esploso in volo e precipitato immediatamente, quindi il luogo di partenza del missile dev'essere piu' prossimo a quello dell'impatto. Il nuovo rapporto individua dunque il campo militare sulla collina di Kanonbe', nei pressi del quale furono ritrovati i rottami dell'aereo, come punto di partenza del missile.
Cosa che significa che a sparare sarebbero stati dei militari hutu ospiti della struttura, che non volevano veder applicato il trattato di Arusha e volevano accelerare la repressione della guerriglia tutsi.
