Saccheggi in Egitto: Luxor è salva, danni al Museo egizio

Luxor

LUXOR – Luxor e i suoi tesori sono salvi. L’assalto da parte di un gruppo di giovani teppisti al tempio di Karnak è stato respinto senza troppi problemi e i turisti continuano a sbarcare dalle navi da crociera nella cittadina dell’Alto Egitto. Tuttavia il bilancio dei saccheggi dei giorni scorsi al Museo egizio del Cairo, e in altri luoghi d’arte del Paese si aggrava, come ammette nel suo sito Zawi Hawass, l’archeologo più famoso d’Egitto, divenuto oggi ministro per le Antichità: tra i reperti danneggiati la statua di Tutankhamon a cavallo di una pantera; e poteva andare peggio se i saccheggiatori non avessero confuso ”il gift-shop con il museo stesso”.

TUTTO TRANQUILLO A LUXOR – ”A Luxor la situazione è tranquilla, anzi tranquillissima”, afferma con voce sicura l’egittologo egiziano Francis Amin Mohareb, raggiunto telefonicamente dall’Ansa. E’ lui che organizza le ronde armate di cittadini che proteggono, insieme alla polizia locale, i siti archeologici dell’antica Tebe. Tutta l’area archeologica, a differenza delle piramidi del Cairo, è normalmente aperta negli orari diurni e vi sono viaggiatori che continuano ad arrivare. ”Sono cinesi, indiani, tedeschi e anche molti egiziani in vacanza”, riferisce Mohareb. Le navi da crociera che risalgono il Nilo continuano a far sbarcare visitatori. ”Non però quelli dei viaggi organizzati che hanno sospeso, per motivi di sicurezza, la loro attività”, aggiunge.

Luxor è una piccola cittadina che vive di turismo, la gente del posto ne è consapevole e protegge i propri tesori. Quanto all’assalto al tempio di Karnak, si è trattato di una ”ragazzata”, minimizza Mohareb. Un gruppo di giovani vandali è entrato alle prime ore di ieri mattina nel sito, sparando per aria. ”Che potevano rubare – si chiede l’egittologo – un obelisco o una di quelle statue, che possono essere spostate solo da speciali gru? ” In ogni caso, tutta l’area è illuminata per la notte e presidiata: così, nel giro di pochi minuti si è radunata una folla di 400 persone che ha bloccato i teppisti, arrestati poi dalla polizia turistica. Qualcuno ha tentato ”di sfondare anche nella Valle dei Templi, ma è stato immediatamente fermato”.

SI AGGRAVA BILANCIO DANNI MUSEO CAIRO – In un messaggio sul suo sito, mandato via fax e messo in rete dall’Italia (dato che Internet è ancora bloccato in Egitto) Zawi Hawass racconta invece le sue giornate e le sue nottate di passione, e rivela che nella razzia al Museo Egizio è stata anche distrutta la statua di Tutankhamon sulla pantera. I reperti più preziosi – afferma Hawass – si sono salvati ”grazie a Dio” solo per l’ignoranza dei vandali ”che hanno scambiato il gift-shop per il museo stesso e hanno rubato tutta la finta gioielleria e sono scappati via”. Tuttavia una decina di loro – riferisce sempre il neo-ministro – sono riusciti a salire attraverso le scale di sicurezza, a sfondare la vetrata del tetto, ed a calarsi nelle sale importanti.

”Per fortuna, i criminali che hanno portato via la gioielleria dal gift-shop non sapevano dove si trovasse la vera gioielleria del Museo. Si sono diretti verso la Galleria del Periodo Tardo, ma non trovando oro hanno spaccato 13 vetrine e buttato per terra i reperti antichi. Poi sono arrivati alla Galleria di Tutankhamon. Grazie a Dio sono riusciti ad aprire solo una cassa, quella di Tutankhamon su una pantera e l’hanno scaraventata sul pavimento, danneggiandola”. Hawass riferisce anche delle drammatiche telefonate notturne ricevute dai suoi ispettori da Saqqara, Dahsur e Mit Rahina. ”I magazzini di Abusir sono stati aperti e non riuscivo a trovare nessuno che andasse a proteggere i tesori antichi di quel sito”.

”Altri gruppi hanno tentato di entrare al Museo Copto, al Museo della gioielleria reale, al Museo Nazionale di Alessandria a al Museo Al Manial”. ”Il mio cuore è spezzato e il mio sangue ribolle. Sento che tutto quello che ho costruito in 9 anni è stato distrutto in un giorno”, confessa l’archeologo, aggiungendo però di essere comunque fiero della reazione della popolazione che si è schierata compatta a difesa del patrimonio della propria storia.

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