RYADH – In Arabia Saudita mancano le sciabole, la politica delle esecuzioni potrebbe cambiare. Un comitato incaricato dal Ministro degli Interni, della Giustizia e della Salute è stato incaricato di riflettere sulla possibilità di rimpiazzare l’esecuzione per decapitazione con quella davanti al plotone d’esecuzione.
La causa di questo ripensamento risulterebbe, secondo il quotidiano saudita Al-Youm, dalla cronica penuria di boia capaci di maneggiare la sciabola. La possibilità di sostituire, in alcuni casi e quando non fosse possibile fare altrimenti, la sciabola con le tradizionali armi da fuoco aumenterebbe la regolarità delle esecuzioni. Il comitato ha anche concluso che il Corano – la principale fonte giuridica dell’Arabia Saudita – non rappresenta un ostacolo a questo cambiamento.
L’Arabia Saudita rappresenta uno dei pochissimi paesi al mondo, insieme a Siria, Nord Corea, Iran e Yemen, che procede ancora a esecuzioni pubbliche. Deera Square a Riyadh è conosciuta anche come Piazza della Giustizia o anche col macabro nome di «Chop chop square». E’qui che vengono tagliate le teste ai condannati a morte davanti ad un pubblico curioso.
Nel 2012, la monarchia ultraconservatrice del Golfo avrebbe fatto giustiziare per decapitazione circa 76 persone. Tra i crimini passibili di sentenza capitale in Arabia Saudita ci sono l’omicidio, lo stupro, la rapina a mano armata, il consumo di droghe, ma anche delitti che non esistono in Occidente e che sono fondati su una peculiare interpretazione del Corano la falsa profezia, l’apostasia, l’adulterio e la stregoneria.
Poco tempo fa, un’esecuzione per decapitazione a Riyadh ha scatenato tensioni tra l’Arabia Saudita e la comunità internazionale. Nel febbraio 2013, il paese arabo ha messo a morte una giovane donna proveniente dello Sri Lanka. Questa era stata incolpata per aver ucciso nel 2005 il neonato dei suoi datori di lavoro una settimana dopo essere arrivato nel regno. Numerose organizzazioni internazionali e governi hanno protestato per l’esecuzione, tra cui l’Unione Europea. All’epoca dei fatti, la donna aveva solo 17 anni.
