BERNA – Stiamo diventando supereroi: superforti, superquipeggiati, superinformati, oggi facciamo in due ore quello che decenni fa si faceva in tre giorni a rischio della morte. Non ci credete? Leggete queste storie.
Nell’estate del 1935, due alpinisti bavaresi tentarono di scalare il versante nord del monte Eiger nelle alpi bernesi, in Svizzera. Dopo tre giorni, quando la vetta era ancora lontana, una tempesta di neve li sorprese: i due morirono assiderati. L’anno seguente, quattro alpinisti tentarono a loro volta di raggiungere la cima maledetta. Inutilmente. Anche loro morirono tutti. Fu nel 1937 che un quartetto di arrampicatori riuscì nell’impresa, dopo tre giorni di intensa scalata.
Dodici anni e molti incidenti dopo, due alpinisti hanno scalato il monte in sole 18 ore. E’ nel 1960 che per la prima volta qualcuno è riuscito ad arrivare in cima in solitaria. Invece, nel 1990, la vetta è stata raggiunta nel periodo più freddo dell’anno. Due anni prima, Allison Hargreaves, aveva toccato il punto più alto del monte incinta di sei mesi. E, come se non bastasse, nel 2008, l’alpinista svizzero Euli Steck, adepto dell’arrampicata di velocità, ha scalato l’Eiger in 2 ore e 47 minuti.
Com’è possibile che la stessa montagna che negli anni trenta ha costato tante vite oggi, per qualcuno, non sia che una passeggiata, da fare anche d’inverno, incinta di sei mesi, oppure correndo? La risposta è semplice: siamo diventati supereroi. Superforti, superquipeggiati, superinformati. Certamente siamo ancora lontani dai superpoteri degli eroi della Marvel che saltano da un palazzo all’altro con nonchalance felina, ma comunque siamo un ponte tra deboli antenati e quei futuri superuomini che saranno senz’altro i nostri figli.
Questa, in ogni caso, è l’opinione del giornale online americano Slate che si è da poco lanciato in una rassegna giornalistica di tutti quei progressi tecnologici che ci renderanno in breve più forti. Le nuove capacità che conquistiamo giorno dopo giorno sono davvero impressionati. L’esercito degli Stati Uniti sta elaborando una tenuta «spider-man» che permetterà di scalare i muri. In futuro si utilizzeranno zaini a razzo che faranno volare gli uomini come Icaro, ma senza problemi legati alla solidità della cera.
Gli impianti neurologici permetteranno di curare la sordità e di sviluppare forme di telecinesi: certi oggetti potranno essere manipolati con la mente. Senza contare le medicine sintetiche che aumenteranno o che possono già aumentare la memoria, la concentrazione, la creatività.
Il richiamo alla forza propulsiva del progresso e della tecnologia sembra opporsi alla più generale tendenza contemporanea alla «laudatio temporis acti» (lode del tempo passato), tipica di un periodo di crisi come il nostro. Sui muri di Roma c’è una scritta che dice «Il futuro non è più quello di una volta» e molti senz’altro, passandoci davanti in macchina o in motorino, si sono ritrovati in quella saggezza di strada. Ma forse è solo una questione di convinzione e di circostanze. Una volta terminata la crisi e ritornata la fiducia, ritorneremo a credere che è l’avvenire che tiene in serbo il meglio. E che un giorno saremo tutti supereroi.
