CARACAS – Il silicone killer รจ arrivato fino al Venezuela e ora sono circa 33 mila le donne che rischiano per via delle protesi “marce” al seno. Trentatrรฉ mila sono praticamente una cittadina, un esercito di donne: ognuna di loro ha subito l’impianto di protesi mammarie della marca francese Pip (Poly Implant Prothese), bandite per legge in Venezuela dal 2010.
I numeri del “censimento” delle protesi pericolose sono stati snocciolati dal ministro della Salute del Paese sudamericano, Eugenia Sader.
Il governo ”ha vietato l’uso, la distribuzione e la vendita di queste protesi in Venezuela” nel 2010, ha precisato Sader citata dall’agenzia Avn.
Il ministro ha invitato le donne interessate ”a restare calme e a consultare un medico” per verificare lo stato delle loro protesi. A fine dicembre le autoritร di Caracas avevano annunciato che le pazienti potranno farsi espiantare le Pip gratuitamente, ma che la sostituzione delle protesi non sarร a carico dello Stato.
Venerdรฌ scorso 500 venezuelane hanno presentato una denuncia nei confronti della societร francese.
Anche in Italia le protesi difettose fanno paura, il ministro della Salute Renato Balduzzi le ha fatte censire: vuole capire quante donne rischiano. Si รจ scoperto che il gel contenuto nelle Pip era un miscuglio di prodotti chimici industriali, mai testati clinicamente per i loro effetti sull’organismo, tra cui anche un additivo per carburanti e due prodotti utilizzati nellโindustria del caucciรน. Queste sostanze sarebbero state allโorigine delle numerose rotture delle protesi.
“Dall’Affssaps (agenzia francese di sicurezza sanitaria) sapevamo che si trattava di un gel improprio, utilizzato piuttosto nellโalimentare e in informatica โ ha spiegato allโagenzia France Presse un medico consulente di unโassociazione di donne portatrici di protesi Pip, Dominique-Michel Courtois โ Non avremmo mai pensato che potesse contenere dellโadditivo per carburanti; per questo chiediamo analisi delle protesi direttamente prelevate sulle pazienti2. Le analisi finora realizzate, secondo lโassociazione, si sarebbero infatti limitate a delle partite di protesi sequestrate durante una perquisizione dellโazienda nel marzo 2010. Ma, spiegano, “il mix forse variava a seconda delle partite”.
