Siria: giornalisti francesi. "Bombe Homs contro di noi"

PARIGI, 3 MAR – ''Abbiamo avuto l'impressione che quelle bombe fossero contro di noi'': i giornalisti francesi Edith Bouvier e William Daniels, rientrati in Francia ieri sera dopo 9 giorni nell'inferno di Homs, raccontano al quotidiano francese Le Figaro la loro sensazione di essere stati "bersaglio diretto" dei bombardamenti siriani, il 22 febbraio scorso, in cui sono morti i loro colleghi Marie Colvin e Remi Ochlik.

"Ci sono state almeno cinque esplosioni successive, molto vicine – spiegano i due giornalisti a proposito del bombardamento dell'edificio del quartiere Bab Amro adibito a centro stampa – Abbiamo avuto davvero l'impressione che quelle bombe fossero contro di noi". ''Gli attivisti siriani che erano con noi, abituati a questi bombardamenti, hanno subito capito il pericolo. Ci hanno detto, bisogna andare via subito''. Marie Colvin e Rémi Ochlik sono stati i primi ad uscire, proprio quando una bomba e' scoppiata davanti al centro stampa. ''La deflagrazione – scrive il Figaro – e' terribile. Marie Colvin e Remi Ochlik si trovavano praticamente sul punto dell'impatto. Sono morti sul colpo''.

In quei concitati momenti, la Bouvier, gravemente ferita, si ritrova immobilizzata, con una doppia frattura alla gamba: ''Ho urlato'', racconta la giornalista, che ieri sera – subito dopo il suo arrivo a Parigi insieme a William Daniels – e' stata ricoverata nell'ospedale militare di Percy de Clamart. Secondo la ricostruzione del Figaro, dopo la deflagrazione, gli insorti dell'Asl hanno immediatamente portato i giornalisti verso un ospedale di campagna e poi in una casa di Baba Amr. Seguiranno diversi tentativi di evacuazione da parte del Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr).

Poi, quando comincia a pesare la minaccia di un assalto finale da parte dell'esercito siriano, la strategia cambia e i ribelli tentano di evacuare i reporter occidentali in modo clandestino. Un primo tentativo attraverso un tunnel, nella notte tra il 26 e il 27 febbraio, fallisce a causa dei bombardamenti del regime. Solo il fotografo britannico Paul Conroy e il giornalista di El Mundo Javier Espinosa riescono a raggiungere il Libano. ''Non sapevamo niente. Non capivamo nulla di cio' che stava succedendo. L'uscita era bloccata? I soldati siriani sarebbero arrivati? Ho avuto molta voglia di fuggire. Prima di ricordarmi che ero immobilizzata'', racconta la Bouvier, che in quei momenti veniva trasportata su una barella, messa in sicurezza con del nastro adesivo. Il gruppo con i due giornalisti francesi fa quindi dietrofront e sempre all'interno del sotterraneo riesce a tornare nell'ospedale di campagna di Baba Amr dove la Bouvier viene operata d'urgenza. L'Asl prova nuovamente a far scappare i due giornalisti ''con un veicolo, seguendo un itinerario segreto. Abbiamo accettato – dice la giornalista – Eravamo a pezzi, psicologicamente e fisicamente. Bisognava uscire'' da li'. Cosi', i due lasciano finalmente Homs, di nascondiglio in nascondiglio, ''accolti, nonostante i rischi, nelle case di abitanti che gli salutavano cin i loro nomi''. Nella neve, sotto la pioggia, il loro itinerario viene aperto da uomini che ''conoscevano le strade e le vie alternative''. ''Per noi – prosegue la giornalista – si sono davvero esposti al rischio, per noi hanno fatto di tutto''. Cambiando diversi veicoli (pick-up, camion), su strade di montagna, i due francesi raggiungono finalmente la frontiera libanese giovedi' sera, prima del rimpatrio di ieri in Francia. Il quartiere di Bab Amro, che per 25 giorni e' stato bombardato senza sosta dal regime, e' stato preso giovedi' dalle truppe governative.

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luiss_smorgana