BEIRUT – Soldati disertori siriani hanno preso il controllo della città di Duma, 20 km a nord est di Damasco. Lo riferisce il presidente dell'Osservatorio nazionale siriano per i diritti umani, Rami Abdelrahmane, citando militanti sul posto e aggiungendo che i combattimenti sono continuati fino a questa sera.
"Gruppi di disertori hanno preso il controllo di tutti i quartieri della città di Duma, vicino Damasco, dopo violenti combattimenti oggi contro le forze di sicurezza siriane", ha detto. La notizia non e' al momento verificabile da altre fonti.
Intanto, l'opposizione al regime di Damasco riunita nel Consiglio nazionale siriano (Cns) ha chiesto oggi alla Lega Araba di inviare il dossier sulla repressione e le violenze nel Paese al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, al termine di una delle giornate più sanguinose nei dieci mesi di sollevazione. Quindici persone sono morte in un attentato esplosivo contro un autobus della polizia che trasportava detenuti e 23 sono rimaste uccise, secondo la televisione panaraba Al Jazira, in scontri tra esercito regolare e disertori. ''Noi sosteniamo l'invio del dossier al Consiglio di Sicurezza'', ha detto il portavoce del Cns, Bassima Qadmani, dopo un incontro al Cairo con il segretario della Lega Araba, Nabil el Araby, alla vigilia di una riunione dei ministri degli Esteri che devono esaminare un rapporto della missione di 165 osservatori dell'organizzazione che hanno visitato il Paese nelle ultime settimane. Un rapporto che comunque, secondo il presidente del Cns, Burhan Ghalioun, non potrà essere ''oggettivo'' a causa delle condizioni in cui gli osservatori sono stati costretti a lavorare. Altre centinaia di persone, secondo l'opposizione, sono state uccise anche durante la missione, aggiungendosi agli almeno 5.000 morti di cui aveva parlato in precedenza l'Onu. Mentre il regime afferma che non meno di 2.000 militari e agenti dei servizi di sicurezza e della polizia hanno perso la vita. Ma Russia e Cina continuano ad opporsi ad una risoluzione del Consiglio di Sicurezza che temono possa aprire la strada ad un intervento militare straniero come in Libia. Oggi, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede a Londra, almeno 15 persone sono morte in un attentato contro un autobus che trasportava prigionieri.
L'agenzia ufficiale Sana ha dato un bilancio di 14 morti e 26 feriti e ha addossato la responsabilità a elementi ''terroristi''. L'agenzia precisa che l'attentato, con una doppia esplosione, è avvenuto durante un trasferimento di detenuti da Ariha a Idlib, nella località di al Mastouma, nel nord-ovest del Paese. La Sana dà anche notizia dei funerali oggi di nove soldati e agenti di polizia uccisi nelle province di Damasco, Hama e Idlib. La televisione panaraba Al Jazira riferisce invece di scontri avvenuti tra esercito regolare siriano e disertori nel nord del Paese vicino al confine con la Turchia, nei quali sarebbero morte almeno 23 persone. Secondo quanto riferisce la tv, i combattimenti sono avvenuti nella regione di Jisr al Shugour. Negli ultimi mesi si sono moltiplicati gli allarmi di leader della comunità internazionale per la possibile esplosione di una guerra civile in Siria.
L'agenzia Afp scrive che un ragazzo libanese di 14 anni è stato ucciso quando uomini armati hanno aperto il fuoco sul peschereccio sul quale si trovava alla frontiera marittima con la Siria. Il regime di Damasco denuncia un traffico di armi provenienti dal Libano per gli insorti. La Sana scrive che tre membri di un ''gruppo terrorista'' sono stati uccisi dalle forze di sicurezza la scorsa notte mentre cercavano di infiltrarsi dal Libano.
