SOCHI – “Ci hanno fermate senza motivo e con la forza”. Le Pussy Riot Nadezhda Tolokonnikova, Maria Aliokhina e un’altra componente della band, Tank, denunciano di essere state fermate dalla polizia mentre passeggiavano per le strade del villaggio olimpico di Sochi.
In un primo momento fonti della polizia hanno addebitato il fermo alla mancata registrazione delle Pussy Riot nella città , secondo il sito Lifenews. Poi l’agenzia Interfax ha parlato di un furto nell’albergo dove le Pussy Riot alloggiavano.
Resta il fatto che la mattina del 18 febbraio su Twitter le ragazze, appena amnistiate dal presidente Vladimir Putin dopo aver trascorso quasi due anni in carcere, sono state fermate. La Tolokonnikova su Twitter ha denunciato quanto accaduto: “Al momento del fermo non facevamo alcuna azione, stavamo semplicemente passeggiando per Sochi”. E aggiunge: “E’ stata usata la forza”.
Poi Nadezhna racconta: “In due giorni abbiamo fatto 20 ore in stazioni di polizia e Fsb (i servizi segreti russi, ndr), siamo riuscite però a fare miracolosamente alcune esibizioni olimpiche sfuggendo ai pedinatori”.
La Tolokkonikova e la Aliokhina erano state amnistiate a fine anno, dopo aver scontato gran parte dei due anni di reclusione inflitti loro per aver cantato una provocatoria preghiera anti Putin nella cattedrale ortodossa di Mosca. Una amnistia che, secondo molti osservatori, sarebbe stata promossa dal leader del Cremlino per ridurre le polemiche sui diritti umani in vista dei Giochi di Sochi.
Secondo Radio Eco di Mosca, le Pussy Riot volevano girare un video musicale a Sochi: “Abbiamo preparato la canzone ‘Putin ti insegna ad amare la Patria”, ha scritto la Tolokonnikova in un altro tweet.