CAMBRIDGE – Se le pareti della Cambridge University potessero parlare, avrebbero sicuramente molti segreti da svelare. Fu proprio lì, negli anni ’30, che Kim Philby, Guy Burgess e Donald Maclean vennero reclutati per unirsi alla “causa comunista”. Molto di queste spie è ancora nascosto negli archivi del Cremlino: quante erano? Chi le reclutava?
Persone, ma soprattutto traditori, che ingannarono l’Inghilterra per svelarne i segreti più inconfessabili, spiega il Daily Mail. Le rivelazioni, riportate inizialmente dal Financial Times, svelano che Cambridge fosse oggetto di spionaggio russo. Il seminario settimanale “Cambridge Intelligence Seminar”, si tiene abitualmente nel College Corpus Christi, un’antica struttura avvolta nel mistero; sembrerebbe, infatti, che coloro che frequentano le riunioni del venerdì discutano di spionaggio.
L’obiettivo sarebbe quello di migliorare la comprensione accademica del sistema di spionaggio: la storia, l’interazione con la legge e l’ordine pubblico, gli effetti che ha sulle tecnologie. Una lezione molto famosa fu tenuta da Huw Bennett, un professore di Cardiff, e trattava dell’Ira nel 1971; un’altra, più recente, è stata intitolata “capi dell’intelligence in una prospettiva di lungo periodo: da regina Elisabetta I a Putin, Obama e Theresa May”.
Pantaloni di velluto, piuttosto che smoking, rappresentano il codice d’abbigliamento di pensionati, esperti, figure di alto livello in materia di sicurezza privata che frequentano le letture, considerati un obiettivo per le spie più ostili. Zone dove gli spotters (funzionari dei servizi segreti in cerca di reclute) percepiscono debolezze e interessi dei potenziali candidati.
Il gusto per l’alcol, la frustrazione professionale, problemi economici o ideologie come l’anti-americanismo: tutto può essere sfruttato da uno scaltro spymaster. Il coinvolgimento russo in questi seminari, quindi, non arriva a sorpresa. Importanti personalità hanno rinunciato a frequentare le letture a causa di un’influenza russa; il primo fra tutti è Sir Richard Dearlove, ex capo dell’ MI6 o Stefan Halper, ex consigliere della Casa Bianca nelle amministrazioni Nixon, Ford e Reagan; al Financial Times, Halper ha confidato di aver rinunciato per “un’inaccettabile influenza russa sul gruppo”.
E Peter Martland, un capo della storia dello spionaggio, ha lasciato il seminario come i suoi colleghi. Nonostante non sia ancora stato dimostrato, il timore nasce da un nuovo sponsor, Veruscript, impresa imprenditoriale con base a Londra, ma con connessioni russe. I frequentatori dei seminari temono che i russi sfruttino le letture per influenzare le opinioni delle comunità militari e dell’intelligence. Veruscript, al cui vertice figura Gleb Cheglakov, un esperto in nanotecnologie che studia a Cambridge e che insiste sulla totale trasparenza del progetto. Il capitale per la sua start-up è stato donato dalla moglie, Nazik Ibraimova, ex cittadina sovietica che elargiva prestiti da 50.000 sterline a volta.
Neil Kent, però, difende a spada tratta l’amico Cheglakov, e ha detto al FT: “Cambridge è un posto fantastico per le teorie cospirazioniste, ma l’idea che ci sia una trama machiavellica dietro, è ridicola”. Nonostante le dichiarazioni, ha però ammesso di non sapere da dove giungano i soldi per il progetto Veruscript.