Samsung perquisita a Seul per lo scandalo della “sciamana” Choi Soon-sil

Samsung perquisita a Seul per lo scandalo “sciamana” Choi Soon-sil (Foto archivio Ansa)

SEUL – La sede di Seul della Samsung è stata perquisita l’8 novembre dalle autorità della Corea del Sud nell’ambito di una inchiesta sulla “sciamana”, la fondazione di Choi Soon-sil che Samsung è stata accusata di aver finanziato per milioni di euro. La “sciamana” è una donna che non ha incarichi ufficiali nel governo, ma è considerata la consigliera della presidente Park Geun-hye e di essere stata in grado di spostare ingenti fondi per finanziare le loro attività politiche da grandi conglomerate proprio come Samsung.

Il Secolo XIX scrive che Choi Soon-sil si trova ora in carcere e che secondo i giornali, tra cui il Financial Times, la donna sarebbe riuscita a far transitare dalle grandi imprese alla sua fondazione ben 70 milioni di euro. L’azienda sudcoreana ha confermato il raid delle autorità, ma non ha rilasciato commenti ufficiali, se non quello di aver offerto totale collaborazione agli inquirenti che indagano sulla vicenda:

“Lo scandalo della “sciamana” ha travolto la presidente Park, il cui gradimento nel paese non è mai sceso così in basso, al punto che alcuni hanno anche chiesto il suo impeachment. La Park ha ammesso che alcuni suoi discorsi erano stati ispirati da Choi Soon-sil, ha anche ammesso di aver ricevuto aiuti dalla sciamana, ma ha sempre negato che ci sarebbe lei dietro la linea del governo. Choi Soon-sil, tra l’altro, è figlia di Choi Tea-min, a sua volta influente consigliere del padre della presidentessa, prima che fosse ammazzato”.

La Samsung è accusata di aver versato 2,8 milioni di dollari alla Widec Sport, una società con sede in Germania ma che sarebbe controllata proprio dalla sciamana:

“I soldi sarebbero serviti a sviluppare le attività della federazione nazionale di equitazione, in vista delle Olimpiadi di Tokyo del 2020, anche se poi cifre ingenti sarebbero servite per pagare il cavallo usato dalla figlia di Choi, Jeong Yu-ra e i suoi allenamenti. «Se gli inquirenti – spiega Park Jugeun, numero uno dell’autorità di controllo delle grande aziende – hanno trovato le prove che Samsung ha fornito molti soldi a Choi Soo-sil e a sua figlia, questo costtiurà un brutto colpo per Samsung», contro la quale potrebbero scattare le azioni legali «degli azionisti che già hanno sofferto della crisi di fiducia dei mercati»”.

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